domenica, Maggio 5, 2024

L’Etna è ancora pericoloso: a Catania 28 feriti e 320 sfollati

E’ stata una notte tranquilla, dal punto di vista sismico, quella trascorsa sull’Etna, dopo ilterremoto di martedì notte. Sul vulcano gli strumenti dell’Ingv hanno registrato una decina di scosse di bassa energia. Quello delle 3:19 della notte del 26 dicembre è considerato dall’Ingv come uno dei terremoti più energetici mai registrati sul vulcano, con la sua magnitudo 4.8 e per gli esperti il sisma è legato all’attivazione della faglia Fiandaca e della faglia di Pennisi, due delle strutture più meridionali del sistema tettonico delle Timpe. Per oltre 600 persone nel catanese, invece, si è trattato della prima notte passata da sfollati. Altre centinaia di persone hanno preferito dormire in auto, nei pressi della propria abitazione, per paura di altre scosse. La notte è stata relativamente tranquilla. Continua, intanto, l’eruzione dell’Etna con la presenza di attività stromboliana dai crateri sommitali.
Oggi i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio si recheranno nelle zone colpite dal terremoto. Di Maio arriverà di mattina mentre il leader leghista è atteso nel pomeriggio. Sempre nel pomeriggio si terrà un vertice in prefettura a Catania per fare il punto sulla situazione. Il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, intanto, invita a “non reagire sull’onda emotiva”: “Mi sorprendo quando qualcuno si sorprende delle attività sismiche – ha detto il governatore siciliano al termine dell’incontro, a San Giovanni La Punta (Catania), nella sede della Protezione civile regionale, con i sindaci dei Comuni più colpiti dal terremoto di ieri in provincia di Catania -. La Sicilia è la regione più esposta d’Italia e nel contempo quella meno attrezzata dal punto di vista infrastrutturale. L’80 per cento delle nostre scuole non è a norma, così come molti degli edifici strategici”.
Presenti alla riunione anche gli assessori alla Salute Ruggero Razza, alle Infrastrutture Marco Falcone, il capo della Protezione civile regionale Calogero Foti e il dirigente generale del Dipartimento tecnico regionale Salvatore Lizzio. “Siamo abituati – ha proseguito Musumeci – a convivere con le scosse e anche con i danni agli edifici. Stiamo cercando di capire come si evolverà l’attività effusiva e sismica, oltre a interrogarci se i Comuni hanno il Piano di protezione civile. Insomma, se tutto è predisposto perché si possa affrontare e gestire al meglio una condizione di emergenza. Gli sfollati? Speriamo possano tornare presto nelle loro case perché non si può vivere in un Palasport o in un albergo se non per alcuni giorni. Noi dobbiamo invece vigilare sulle infrastrutture, su quelle particolarmente sensibili come gli ospedali e le scuole. Sono questi i veri temi che devono fare riflettere tutti”. Oggi Musumeci riunirà anche la giunta a Catania per dichiarare lo stato di calamità.
Sul vulcano, intanto, continua l’eruzione con la presenza di attività stromboliana dai crateri sommitali e l’emissione di cenere lavica. Appaiono meno alimentate le colate laviche che restano confinate ad alta quota nelle desertica Valle del Bove, anche per il calo dei valori del tremore interno dei canali vulcanici che segnalano il movimento del magma in risalita. Non si può però al momento escludere una possibile alimentazione, tuttora in corso, del ‘dicco’ che si e’ intruso. Sulla base della distribuzione della sismicità attuale, ritengono all’Ingv, potrebbe interessare un settore diverso dall’attuale teatro eruttivo, con l’apertura di nuove fratture eruttive a quote più basse di 2.400 metri, in coincidenza della parete occidentale e in quella meridionale della Valle del Bove.

Redazione
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