«Una vasta e indiscriminata campagna di abbattimenti degli alberi di Roma costituirebbe una nuova, profonda ferita a una città che già attraversa una delle fasi più critiche della sua storia recente. Non è possibile pensare di stravolgere il paesaggio della Capitale e di violentarne l’anima smantellando uno dei suoi più preziosi patrimoni solo perché non si è in grado di elaborare soluzioni alternative. Stravolgere il profilo dei grandi viali cittadini o deturpare la bellezza delle ville pubbliche sarebbe una mortificazione, l’ennesima tra l’altro, che Roma non merita». E’ quanto dichiara Sandro Simoncini, ingegnere e urbanista.
«In tutte le grandi città del mondo la cura del verde urbano è una priorità delle amministrazioni e in molti casi si sono avviate pianificazioni di ampio respiro per l’incremento della piantumazione: New York ha lanciato l’ambizioso progetto One Million Trees e operazioni simili si stanno portando avanti anche a Londra e Shanghai. Alberi, giardini, parchi costituiscono risorse fondamentali non solo per il benessere ambientale ma anche per quello sociale: un’area verde, infatti, è un luogo ideale per le interazioni fra cittadini, i giochi dei bambini, l’attività fisica, lo svago e il relax. Ma le piante sono vitali anche per mitigare l’impatto di fenomeni meteorologici intensi e improvvisi: un terreno non impermeabilizzato è un argine preziosissimo contro il dissesto idrogeologico. La moltiplicazione di oasi verdi – prosegue Simoncini – dovrebbe essere un punto centrale nelle politiche urbanistiche del Comune di Roma, anche attraverso la riconversione di aree attualmente occupate da apparati produttivi dismessi e da edifici abbandonati o fatiscenti. La maggior parte di questi progetti, tra l’altro, potrebbe essere portata avanti coinvolgendo risorse private: sotto forma di sponsorizzazioni e donazioni, dando in concessione aree con il vincolo di lasciarne una percentuale dedicata al verde oppure prevedendo una serie di sgravi fiscali per quei cittadini che investano risorse economiche o di tempo nella cura del territorio».
