venerdì, Aprile 19, 2024

La Libia è ormai una polveriera pronta ad esplodere

Dinanzi all’avanzata di Haftar, Fayez Serraj ha ordinato anche raid aerei. Il consiglio presidenziale libico, apprende da fonti a Tripoli, ha promulgato tre decreti relativi all’innalzamento al massimo livello dell’allerta, alle misure pratiche per ottenere questo risultato e alle istruzioni al capo di Stato maggiore della difesa per azioni contro la minaccia rappresentata dalle forze di Haftar, comprese azioni aeree. La tensione è quindi alle stelle con gli uomini di Haftar che si preparano a marciare verso la capitale – a Garian si sarebbero registrati i primi scontri con vittime, secondo notizie non confermate – mentre le milizie di Zintan e Misurata si schierano per respingere l’avanzata del generale e il ministero degli Interni del governo di concordia nazionale dichiara lo stato d’emergenza nella capitale. Fonti libiche sostengono che Haftar ha ricevuto dalla Francia il via libera alla sua avanzata su Tripoli. Secondo le fonti, in un incontro due giorni fa con il vice premier del governo di accordo nazionale, Abdulsalam Kajman, l’ambasciatrice francese in Libia, Beatrice Le Fraper Du Hellen, ha avvertito che se il premier Fayez Serraj non avesse firmato l’accordo di Abu Dhabi del 26 febbraio scorso con Haftar, il generale sarebbe entrato nella capitale per riportare l’ordine. Le stesse fonti sostengono che è ormai sul punto di saltare la Conferenza nazionale che l’inviato delle Nazioni Unite Ghassan Salamè ha convocato a Ghadames per il 14-16 aprile. La situazione di queste ore – con il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres impegnato in Libia nel tentativo dell’ultima ora di concordare un nuovo incontro tra Haftar e Serraj – sembra essere anche la conseguenza dell'”eccessivo sostegno che la comunità internazionale ha dato al generale, negoziatore ambiguo, con l’idea che potesse contribuire a ridare stabilità alla Libia”, dicono all’Adnkronos fonti libiche. Invece, “chi ha scommesso su Haftar come pacificatore” adesso deve fare i conti la realtà: e la realtà è che il generale sta marciando verso Tripoli, dove spera di entrare pacificamente. E se una parte della popolazione in effetti potrebbe anche permetterlo, dall’altra parte c’è chi, come le milizie di Zintan, Misurata o Zuwara, “che veramente hanno fatto la guerra al terrorismo, non come lui a Derna, dove ha combattuto i suoi nemici – sostengono le fonti – potrebbe reagire, con il rischio di una nuova guerra civile”. Dall’Italia, i senatori M5S membri della commissione Affari esteri di palazzo Madama auspicano “un deciso intervento diplomatico per disinnescare subito questa pericolosa escalation, anche attraverso l’attivazione della ‘cabina di regia’ Italia-Usa sulla Libia”. Mentre il vicepremier Matteo Salvini chiede “a tutti” di trovare “una soluzione”.
Redazione
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