“I dati della sanità nel Lazio testimoniano l’aumento dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) da anni oltre la soglia di adempienza e la riduzione del disavanzo con un aumento delle cure. Il Rapporto OASI presentato oggi è uno strumento molto utile che ci presenta un quadro delle nuove sfide che ci aspettano partendo dall’adeguamento dei livelli di finanziamento per arrivare alla sfida relativa all’invecchiamento della popolazione”. Parole dell’assessore alla sanità e integrazione sociosanitaria della Regione Lazio, Alessio D’Amato, che nel pomeriggio ha partecipato alla presentazione del Rapporto Oasi 2018 curata dal Cergas Bocconi. Il Rapporto rappresenta una situazione a livello nazionale con risultati di salute complessivamente positivi. Due importanti elementi di stabilità: il consolidamento dell’equilibrio economico-finanziario e l’esaurimento della recente stagione di revisione degli assetti istituzionali regionali. “Il Lazio – conclude D’Amato – con poco meno di 2 miliardi di disavanzo rappresentava circa un terzo del dato nazionale mentre oggi siamo arrivati ad un sostanziale azzeramento e questo vuol dire che il Sistema Sanitario Regionale oggi è in sostanziale equilibrio. Ora bisogna invertire la rotta e tornare ad investire sul Sistema Sanitario Nazionale che rappresenta la più grande infrastruttura del Paese. Un settore tra i più controllati e che produce ricchezza. Serve uno scatto in avanti e fare delle scelte sull’incremento delle risorse e sulle politiche per il personale”. “L’Italia ha una spesa sanitaria pro capite di 1860 euro mentre paesi come l’Inghilterra spendono 2560 euro, la Francia 2800 e la Germania 3200 euro. E’ dunque evidente – spiega nella sua presentazione il curatore del Rapporto il Prof. Francesco Longo – che nel nostro sistema vi siano molte meno risorse a fronte di una stessa epidemiologia. Dobbiamo quindi smettere di parlare di sprechi nel nostro sistema sanitario quando invece c’è una evidente carenza di finanziamenti”. A livello regionale dal Rapporto si evidenzia come “la Regione Lazio – conclude Longo – abbia pienamente concluso il ciclo di risanamento sanitario e di razionamento della spesa. Oggi dovrebbe essere sostenuta dal livello centrale per avviare una seconda fase quella dello sviluppo dei servizi”.