lunedì, Dicembre 9, 2024

“Marcia contro i tagli ai servizi sociali, grande lezione a tutta la politica ladispolana”

“Marcia contro i tagli ai servizi sociali,

grande lezione a tutta la politica ladispolana”

 

Ieri Ladispoli ha visto e vissuto un grande momento di democrazia e di civiltà. La manifestazione delle associazioni che ha portato in piazza oltre 300 persone, utenti e famiglie del terzo settore contro i tagli previsti alle ore destinate all’assistenza ai disabili ed alle persone non autosufficienti è stata bella, responsabile ed ha dato una grande lezione a tutti gli schieramenti della politica di Ladispoli. L’attuale situazione di crisi economica e ristrettezze di bilancio, con i conseguenti tagli che a partire dalle politiche dell’Unione Europea, scendono a cascata sul governo nazionale, poi sulla regione ed infine sull’amministrazione pubblica più direttamente vicina ai cittadini, il comune appunto, poteva sfociare in tanti altri modi. Nonostante la gravità della situazione, la disperazione, in molti casi, che attanagliava chi vive di persona un dramma come quello della disabilità,  il comportamento è stato corretto, consapevole, orgoglioso. “Le nostre bandiere sono i nostri figli” è stato lo slogan più ripetuto, soprattutto (manco a dirlo) dalle donne, vera anima del corteo e della protesta. Responsabile è stato l’atteggiamento dei manifestanti. Responsabile (ed empatico) il comportamento delle forze dell’ordine che hanno svolto con discrezione e professionalità il loro compito. E finalmente è apparso responsabile, dopo giorni di insensibilità senza senso, polemiche frontali con l’utenza e ricerca a tutti i costi del “complotto politico”, l’atteggiamento dell’Amministrazione Comunale. E’ bastato semplicemente, per Sindaco e giunta, parlare direttamente con la delegazione dei manifestanti, per comprendere (o almeno mostrare di comprendere), che il problema era drammaticamente reale, complesso e che le risposte non potevano essere burocratiche, ideologiche o risolte con slogan che oggi, in base al vento che tira, sembrano essere vincenti (“E’ tutta colpa di chi ci stava prima”, “prima gli italiani”, ecc…), ma andava invece studiato caso per caso e modulato di conseguenza. Era un problema collettivo, formato da molti problemi individuali, non sempre uguali o identici tra di loro. La prima lezione è stata dunque per la maggioranza che governa la nostra città. L’utenza ha problemi veri e non può essere considerata una controparte, al contrario, è la parte che prima di tutto il Comune ha il dovere di tutelare. L’utenza è in fin dei conti, quella che poi alle elezioni ti dà il proprio voto e ti permette di governare. Vedremo se alla prova dei fatti, l’Amministrazione sarà davvero capace di non ragionare più in termini di “i nostri ed i loro”, finendola con l’assurdo atteggiamento di autosufficienza fin qui praticato e che lascia intendere che ci sia un palazzetto comunale sotto assedio, perché alla fine, poi, gli assedi e gli “assedianti” in carne ed ossa, si presentano davvero a Piazza Falcone, per reclamare sacrosanti diritti che la politica, oggi, sembra non essere in grado di riconoscere. A quanto ci risulta, da quando si è insediata la giunta di destra, nemmeno un emendamento, su qualsivoglia argomento, presentato dall’opposizione, è stato votato o accolto. Sembra umanamente possibile che l’opposizione abbia sempre e comunque detto fesserie in Consiglio Comunale? Mai proposto nulla di ragionevole o di sensato? La seconda lezione impartita ieri dal corteo è invece per l’opposizione cittadina. Tutta. Contrariamente a quanto abbiano affermato Grando e sodali, non c’è stato alcun disegno strettamente politico dietro l’evento e la scontata adesione alla manifestazione da parte di esponenti dell’opposizione, non può certo essere una risposta sufficiente. Al di là delle differenze reali esistenti tra le forze politiche di minoranza e le loro articolazioni presenti sul territorio, si richiede anche (e soprattutto!) a loro, un cambio di passo, affinché al prossimo appuntamento elettorale possano essere percepite (tutte insieme o singolarmente, come reputeranno poi, di fare) dall’elettorato come reale alternativa all’attuale amministrazione. Per fare ciò, ci sembra necessario che le opposizioni si trasformino in un’unica opposizione, smettano di ragionare come se Ladispoli, fosse il centro del mondo (perché come abbiamo visto, spesso i problemi sono legati alla situazione del mondo esterno che ci circonda e non esistono “isole felici”), mettano da parte personalismi o atteggiamenti da “primi della classe”, legittimi in altri momenti, ma non in questo. La Casa del Popolo propone, in primis alla Lista Civica “Si Può Fare”, che ci rappresenta in Consiglio, ma anche al PD, al Movimento 5 Stelle, a “Ladispoli Città”, a tutte le associazioni, di costituire un Coordinamento stabile dell’opposizione cittadina, che si muova unitariamente, partendo dal merito delle problematiche da affrontare e, se possibile, con un programma comune, per lo meno sulle cose condivise. La Ladispoli politica, tutta, ha bisogno oggi di dimostrare lo stesso senso di responsabilità, fatto vedere ieri dalla manifestazione. Noi siamo, come sempre, aperti e disponibili a percorrere insieme questo cammino.

Casa del Popolo

Mimmo Dieni

Redazione
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