sabato, Maggio 4, 2024

Strage della stazione di Bologna: dagli archivi ‘spunta’ un avvertimento del Sismi sul ‘pericolo palestinese’ prima dell’attentato del 2 agosto

Di fatto questi due documenti sono diventati improvvisamente “pubblici” perché finiti chissà come nei faldoni giudiziari di un’altra inchiesta per strage, quella per l’esplosione di Piazza della Loggia a Brescia avvenuta il 28 maggio 1974. A scoprirli, fra milioni di pagine depositate, lo storico-ricercatore Giacomo Pacini, autore di un saggio (“Il lodo Moro, l’Italia e la politica mediterranea, appunti per una storia”) inserito nel libro “Aldo Moro e l’intelligence” (editore Rubbettino) dove per l’appunto affronta il tema del presunto accordo fra palestinesi e Italia per non compiere attentati nel nostro Paese in cambio di una libertà di movimento e di transito delle armi, ribattezzato “Lodo Moro”. Ma cosa racconterebbero i documenti inediti del Sismi citati da Pacini nel libro e pubblicati integralmente sulle pagine Facebook di più ricercatori e studiosi degli anni di piombo?Riporterebbero i disperati tentativi del capocentro di Beirut dei nostri servizi segreti, colonnello Stefano Giovannone (nome in codice Maestro), di convincere i referenti italiani a soddisfare le richieste del Fronte popolare per la liberazione della Palestina onde evitare stragi e incursioni terroristiche in Italia. Le richieste/minacce dei palestinesi riferite dai nostri 007 – stando a quanto ritrovato nel fascicolo di Brescia da Pacini – vertevano sull’assoluzione del giordano Abu Saleh, residente a Bologna, capo della cosiddetta Sezione-Italia del Fplp, fiduciario dell’organizzazione palestinese in contatto proprio con il colonnello del Sismi, Giovannone. Il nome di Saleh venne fuori dopo che nel novembre 1979 i carabinieri, a Ortona in Abruzzo, fermarono tre esponenti dell’Autonomia operaia romana con due missili terra aria tipo Strela nascosti in un furgone. Uno di questi autonomi, militante del “collettivo policlinico” risultò infatti collegato a Saleh. Nelle due note del Sismi, l’Fplp chiederebbe energicamente la liberazione di Saleh e la riduzione della condanna inflitta agli autonomi pena ritorsioni. I due documenti degli 007 analizzati da Pacini e pubblicati dai ricercatori sui social (uno risalente al 24 aprile 1980 e l’altro al 12 maggio successivo) arrivano a riportare tra virgolette le minacce di ritorsioni gravissime da parte del Fronte, spiegando che qualora non fosse stata data risposta positiva al loro ultimatum l’Fplp “avrebbe ripreso dopo 7 anni la propria libertà d’azione nei confronti dell’Italia, dei suoi cittadini e dei suoi interessi con operazioni che potrebbero coinvolgere anche innocenti“. A questi due documenti ne potrebbero seguire molti altri, se si dà per buona la rivelazione di Giovanardi che ha riferito d’aver visto note successive agli appunti in questione, l’ultima delle quali risalirebbe al 27 giugno 1980, giorno della strage di Ustica. La rivelazione da parte dei ricercatori di questi documenti segretissimi sì inserisce nelle polemiche scaturite dalla richiesta di una commissione d’inchiesta sui fatti del terrorismo avanzata l’altro giorno alla Camera da rappresentanti di vari partiti, da Forza Italia a M5S, da Fratelli d’Italia al Pd fino alla Lega. Polemiche scaturite dalle rivelazioni fatte da Gasparri, Giovanardi e Gero Grassi del Pd relativamente ai contenuti delle note del Sismi sulle quali è ancora opposto il segreto lasciando intendere che la verità su Bologna potrebbe non essere quella processuale. Le parole di Grassi, ex parlamentare del Pd, hanno scatenato la reazione di Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime del 2 agosto. “Di nuovo viene tirata in ballo la pista palestinese per intralciare indagini e confondere l’opinione pubblica. Vuol dire che quelli che hanno intralciato la verità sono ancora attivi e in campo. E’ normale – attacca Bolognesi – che lo facciano gli avvocati degli imputati, ma quando si cimenta in questa operazione gente che si dice di sinistra, ecco, sappiate che non guarderemo in faccia a nessuno e andremo avanti per la nostra strada, faremo in modo che nostri avvocati perseguano questi personaggi, di qualsiasi partito siano”. Bolognesi ha anche aggiunto di concordare con la descretazione degli atti, purché fatta “in modo globale partendo da piazza Fontana, non separatamente, perché potrebbe essere un altro modo per depistare. La visione deve essere complessiva, perché una visione parziale non è utile”.
Redazione
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