venerdì, Aprile 19, 2024

Crisi di governo, nuova apertura dopo che Di Maio smentisce di non volere il Viminale. Il Pd: “La trattativa riparte”

Con il colloquio tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella con la presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, parte al Quirinale il secondo giro di consultazioni per la formazione di un nuovo governo in seguito alle dimissioni da presidente del Consiglio presentate da Giuseppe Conte.  Intanto si riapre il dialogo tra i 5Stelle e i Democratici.  Luigi di Maio ha ribadito che non hai mai chiesto la poltrona del Viminale.  Alle 16 si è riunita la cabina di regia del Pd per assumere le decisioni conseguenti. “Torni il dialogo, non c’è tempo da perdere. Il Paese aspetta risposte serie, non ci interessa discutere di posti e poltrone”, è l’appello del capogruppo Dem alla Camera Graziano Delrio uscendo dalla riunione con i big del partito. “Non c’è alcun veto” su Conte, ha ribadito Delrio. Poi, alla domanda se Conte debba trattare al posto di Di Maio, Delrio ha risposto: “Qualcuno prenda in mano la situazione. Basta con le ambizioni personali”. “Che Conte non sia il punto è un grandissimo passo avanti, un’ottima notizia”, ha detto il capogruppo alla Camera dei Cinque Stelle, Francesco D’Uva. “Non mi risulta che la trattativa sia saltata. Si va avanti, una cosa per volta”, ha aggiunto. “L’accordo di Governo – affermano i Dem – rischia di saltare per le ambizioni personali di Luigi Di Maio che vuole fare il Ministro dell’Interno e il Vicepremier. Su questo non sente ragioni e va avanti a colpi di di ultimatum”. “Di Maio non ha mai chiesto il Viminale per il M5S. Prima per noi vengono i temi”, replica M5S. “In presenza del Presidente Conte, non è mai stata avanzata la richiesta del Viminale per Luigi Di Maio, né dal Movimento 5 Stelle né da Di Maio stesso”, si apprende da fonti di Palazzo Chigi. Di “strada in salita” avevano già parlato i Democratici ieri sera, dopo il lungo incontro a Palazzo Chigi. “Se non dicono sì a Conte è inutile vedersi, sono stanco dei giochini”, avrebbe detto Di Maio ai suoi dopo l’incontro con la delegazione Pd. “La pazienza ha un limite. L’Italia non può aspettare, servono certezze. Aspettiamo una loro posizione ufficiale su Conte”, dichiara M5S. Intanto fonti dem ribadiscono che non entrerà in un governo M5s-Pd, resterà in Regione. Secondo i Dem la trattativa tra M5S e Pd per la formazione del nuovo governo è incagliata sul nodo dei vicepremier e dei ministeri più pesanti. In particolare, spiegano le stesse fonti, considerato Conte come esponente M5S, i Dem dovrebbero avere l’unico vicepremier. Inoltre, per dare un segno di svolta sulla politica economica, la delegazione Pd avrebbe chiesto tutti i ministeri economici. Al momento la delegazione pentastellata avrebbe detto no, invocando per Luigi Di Maio il ruolo di vicepremier e un ministero di peso, come gli Interni. Ma uno dei nodi è proprio il Viminale, che il Pd avrebbe chiesto per un suo esponente (o al più una figura terza). Tensioni anche all’interno dei Cinque Stelle. “Chi esplicitamente sta perseguendo la strada del voto o del ritorno con la Lega contro la volontà del gruppo parlamentare e Di Beppe Grillo non può dettare condizioni a nessuno. Un’altra occasione persa per stare in silenzio”, scrive il deputato M5s e presidente della Commissione Cultura Luigi Gallo in un tweet in cui critica il post pubblicato da Alessandro Di Battista. Ma non si esclude che domani nelle consultazioni i due partiti possano dare l’indicazione di Conte premier per poi lasciare a lui verificare, in tempi rapidi, se ci sono le condizioni per formare il governo. Se tutto salterà, c’è già chi ipotizza come data utile per il voto il 10 novembre.
Redazione
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