venerdì, Aprile 19, 2024

“Le istituzioni ascoltino il grido di aiuto della famiglia Camerini”

Lettera aperta alle istituzioni da parte dei cittadini al fianco della famiglia dei fratellini di Valcanneto, Marco e Francesco. Ritardi nell’erogazione del contributo regionale

“Le istituzioni ascoltino il grido

di aiuto della famiglia Camerini”

 

Ancora ritardi nell’erogazione del contributo regionale per far fronte alle spese per le cure di Marco e Francesco, i due fratellini di Valcanneto affetti dalla malattia di Batten. A denunciare la situazione, appellandosi alle istituzioni per sbloccare la situazione alcuni cittadini che da tempo sono al fianco della famiglia Camerini. La famiglia Camerini già dallo scorso dicembre ha ottenuto un contributo regionale finalizzato alla realizzazione di interventi di assistenza domiciliare in favore della disabilità gravissima dei bambini. “Tale contributo – si legge nella lettera – viene versato dalla Regione Lazio nelle casse del Comune di Cerveteri”. “A vigilare su tutta la procedura i servizi sociali. E proprio da loro è stato deciso di erogare tale contributo ogni tre mesi”. “Il rimborso (delle spese sostenute nel frattempo dai genitori), è subordinato alla consegna della documentazione per l’effettuata prestazione assistenziale (pagamento dello stipendio e contributi dell’assistente a domicilio) che va però consegnata entro il giorno 5 di ogni mese (per poi avere la liquidazione ogni tre mesi)”. “In caso di oltrepasso dei termini stabiliti, la liquidazione avverrà unitamente a quella del mese successivo”. Ma qualcosa nel meccanismo a quanto pare si è inceppato. “In data 17 ottobre – si continua a leggere nella lettera – non avendo ancora ricevuto il rimborso si è deciso di tornare negli uffici “servizi sociali del comune di Cerveteri” per chiedere spiegazioni di tanto esagerato ritardo”. “Manca una firma del dirigente che è in ferie, la pratica la stanno lavorando in ragioneria, si attendono le documentazioni degli altri aventi diritto al rimborso (termine scaduto il 5 del mese) per disabilità grave”. “Le pratiche si liquidano tutte insieme. Purtroppo c’è un giro di burocrazia infinita” …. alcune delle motivazioni date dagli uffici alla famiglia. “Possibile che non si capisca che per loro anticipare i tre mesi di stipendio per chi li aiuta a domicilio è un’impresa impossibile?”, si chiedono i cittadini. “Invece di erogare il rimborso anticipatamente per affrontare le loro spese, impossibili da sostenere, c’è sempre un ritardo esagerato del rimborso, anche di un mese”. “Emiliano – si legge ancora nella lettera – ha lasciato il lavoro per assistere il figlio”. “Silvia ha dovuto assumere una ragazza che le desse una mano con Francesco”. Da qui l’appello alle istituzioni: “Ma cosa state aspettando? Volete o no ascoltare questo grido di aiuto? Non basta la disperazione che hanno nel cuore? E’ necessario umiliarli in questo modo?”.

Redazione
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