giovedì, Maggio 2, 2024

Cinema, Lina Wertmuller riceve l’Oscar alla carriera a Los Angeles

Un trionfo per Lina Wertmuller stasera a Los Angeles ai Governors Award dell’Academy per la cerimonia di consegna dell’Oscar alla carriera. La regista, 91 anni, emozionata, non ha perso la sua verve e la sua ironia trasformando il gala in un happening divertente.
Soprattutto quando ha scherzato con Isabella Rossellini sul palco provocatoriamente in viola davanti alla regista evidentemente superstiziosa che ha fatto più volte il gesto delle corna davanti alla comunità del cinema che rideva. A presentare il riconoscimento alla prima donna che nel ’76 venne candidata per l’Oscar alla regia, le colleghe Greta Gerwig e Jane Campion. Poi sul palco, a sorpresa e a farle festa, la Rossellini e Sophia Loren. Lina Wertmuller, che aveva accanto la figlia Maria Zulima Job, ha preso la parola e ha con ironia sottolineato che “bisogna cambiare il nome a questa statuetta, perché Oscar? Chiamiamolo con un nome di donna, chiamolo Anna”. E giù un trionfo di applausi.
Lina Wertmüller è nata a Roma il 14 agosto del 1928, figlia di Federico Wertmüller, un avvocato originario di Palazzo San Gervasio (in provincia di Potenza) e proveniente da una famiglia aristocratica di remote origini svizzere, e di Maria Santamaria-Maurizio, romana. È zia dell’attore Massimo Wertmüller. A scuola è stata compagna di Flora Carabella, che poi sarebbe stata la moglie di Marcello Mastroianni, con cui instaurerà una lunghissima amicizia, che si rivelerà poi fondamentale per avvicinare la giovane Lina al mondo dello spettacolo. A diciassette anni si iscrive all’Accademia teatrale diretta da Pietro Sharoff; in seguito, per alcuni anni, è animatrice e regista degli spettacoli del teatro dei burattini di Maria Signorelli.
Successivamente collabora con celebri registi teatrali, tra i quali Guido Salvini, Giorgio De Lullo e Garinei e Giovannini. Lavora sia per la radio sia per la televisione, e in veste di autrice e regista alla prima edizione di Canzonissima e Il giornalino di Gian Burrasca con Rita Pavone protagonista maschile[6]. Inizia un lungo sodalizio artistico con Enrico Job, apprezzato scenografo teatrale, con il quale presto si sposa. I due hanno una figlia, Maria Zulima.
Esordisce sul grande schermo come segretaria di edizione in …e Napoli canta! di Armando Grottini (1953) e più avanti è aiuto regista di Federico Fellini nelle pellicole La dolce vita (1960) e 8½ (1963). Il suo esordio come regista avviene nel 1963 con I basilischi, amara e grottesca narrazione della vita di alcuni poveri amici del sud (il film fu girato in gran parte tra la Basilicata, a Palazzo San Gervasio, e la Puglia, a Minervino Murge), che le valse la Vela d’argento al Locarno Festival. Nel 1968, celata sotto lo pseudonimo Nathan Witch, dirige un western all’italiana, Il mio corpo per un poker con Elsa Martinelli.
Redazione
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