sabato, Aprile 27, 2024

Agresti-Cordeschi: ormai è guerra

 

 

Il duro comunicato del preside della Melone

Agresti-Cordeschi: ormai è guerra

 

Solo chi è “razzista” nel profondo del proprio animo vuole che si mantengano separati i bambini che portano il pasto da casa da coloro che mangiano quello della ditta appaltata dal Comune. Ho scritto “razzista” fra virgolette, intendendo che solo chi sia così miserabile, come lo sono i razzisti, può pensare di imporre una divisione nelle classi! La classe è unica, i bambini non possono essere separati, la socializzazione non può attuarsi guardandosi attraverso un divisorio e a Scuola non deve mai essere attuata alcuna attività che possa creare discriminazioni di alcun tipo! Mi dispiace far notare ancora una volta come la ormai mitica assessora abbia citato a sproposito la sentenza delle Sezioni Riunite della Corte di Cassazione (le quali non hanno affatto vietato il pasto casalingo, come con ignoranza o malafede è stato affermato) “dimenticando” (immagino solo casualmente o per ignoranza, perché non credo nella malafede dell’assessora) le sentenze TAR che hanno invece condannato chi ha vietato il pasto casalingo a Scuola facendo soccombere il MIUR (quindi tutti noi che paghiamo le tasse) che ora deve pagare tutte le spese conseguenti … tanto paga Pantalone. In una trasmissione radiofonica l’assessora, con tutta la sua ignoranza (non posso infatti credere che si tratti di malafede o di interesse personale) ha avuto la spudoratezza di definirmi “un problema” solo perché applico le sentenze della Repubblica Italiana nella sola scuola di Ladispoli dove vengono rispettati i diritti delle famiglie che magari non vogliono mangiare la pasta blu. L’assessora probabilmente ignora queste sentenze (altrimenti sarebbe in malafede, cosa che non voglio credere) perché altrimenti contraddirebbe anche le affermazioni del nostro Sindaco Alessandro Grando che ha affermato pubblicamente che le sentenze si rispettano, anche se non piacciono. Come Scuola non possiamo ricevere diktat da parte di incompetenti (in quanto ignoranti) che ricoprono immeritatamente incarichi pubblici, i quali vogliano imporre il proprio pensiero malato nella Scuola Pubblica. Chi lo desidera, metta il filo spinato entro le aule della propria scuola privata e lasci le famiglie libere di esercitare il proprio diritto riconosciuto a Ladispoli, a quanto mi risulta, solo dalla “Melone”.

Redazione
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