“Apprezziamo il coraggio e le parole della madre di Valerio Del Grosso, ma niente e nessuno potrà farci riabbracciare il nostro Luca. Chiediamo soltanto sia fatta giustizia”. Lo rendono noto i genitori di Luca Sacchi, tramite i loro legali Paolo Salice e Armida Decina. La donna, che ha denunciato il figlio, si è detta “distrutta dal dolore” e ha chiesto scusa alla famiglia della vittima. “È giusto che adesso paghi e si assuma le sue responsabilità e so che lo farà. Per questo con lo stesso dolore nel cuore non ho mai pensato mai nemmeno un minuto che si potesse fare una cosa diversa da quella che ho fatto”. Intanto le indagini proseguono per chiarire i molti punti ancora ancori oscuri. I soldi nello zaino, i contatti con i pusher di San Basilio, ma anche le fasi che precedono l’attimo in cui viene premuto il grilletto, un video con l’auto del killer e il suo complice. Dopo i fermi di Valerio Del Grosso e Paolo Pirino per l’omicidio di Luca Sacchi, il 24enne ucciso con un colpo di pistola alla testa mercoledì sera all’Appio, rimangono ancora alcuni punti da chiarire. Sotto la lente, in particolare, un presunto giro di droga che ruoterebbe attorno al delitto. Da stabilire chi contattò quella sera i pusher di San Basilio, partiti dall’altra parte della città per consegnare ‘erba’ a un gruppo di amici della vittima. All’inizio della prossima settimana verrà sentita nuovamente Anastasia, la fidanzata di Luca, che era con lui quella sera. C’è un testimone che afferma che Anastasia è arrivata dopo lo sparo. Quando c’è stato il “botto”, “ho capito subito che era uno sparo. Mi sono affacciato e ho visto un ragazzo steso in terra. Era solo”: è il racconto della notte dell’omicidio di Luca Sacchi che fa a Repubblica un uomo la cui finestra affaccia sul punto in cui il 24enne è stato raggiunto da un proiettile alla testa. Anastasia, la fidanzata di Luca, secondo la sua ricostruzione sarebbe arrivata un minuto dopo. “Mi sono affacciato, è passata una macchina grigia tipo Golf, una cinque porte, ha girato (tra via Bartoloni e via Mommsen, ndr), e subito dopo ho visto il corpo di quel ragazzo per terra a faccia in su, con la mano destra aperta verso il cielo e la mano e il braccio sinistro verso terra”, afferma. “Sono corso a chiamare mia moglie, siamo tornati, ancora non c’era nessuno: sarà passato almeno un minuto”, continua. E la ragazza? “L’ho vista arrivare da via Bartoloni, non stava vicino a lui, non ho sentito strilli, non ho sentito urla per il furto di una borsa, non c’è stata nessuna colluttazione, non ci sono state botte, c’è stato solo lo sparo. Quando è arrivata si è messa a urlare, lo abbracciava, gli teneva la testa, lo tamponava, urlava disperata: ‘Chiamate l’ambulanza!’. Intanto si era avvicinato un tipo e diceva: ‘Respira, respira ancora, sta respirando. È vivo’. Dieci minuti ancora ed è arrivata l’ambulanza”.