lunedì, Novembre 4, 2024

Ognissanti: quasi 8 milioni di italiani oggi acquistano i crisantemi

Sono quasi 8 milioni gli italiani che compreranno fiori nella ricorrenza dedicata ai defunti. E il fiore acquistato, uno su due, sarà il crisantemo, da sempre associato al 2 novembre. È la stima dell’associazione dei Florovivaisti Italiani che ricorda come il lungo ponte di Ognissanti sia “tradizionalmente un periodo cruciale per la commercializzazione di fiori recisi e uno dei maggiori picchi di lavoro dell’anno per i vivai”. Il crisantemo fiorisce proprio nel mese di novembre, ma la tradizione che ne fa il ‘fiore dei morti’ e’ esclusivamente italiana: nel resto del mondo quello che altrove viene chiamato “margherita dal 16 petali” è simbolo di gioia ed è regalato in feste e matrimoni. Probabilmente la sua lunga durata (fino a 20 giorni) può aver contribuito a renderlo prima scelta per addobbare i cimiteri ma c’è anche un’altra particolarità che lo ha associato nella tradizione popolare ai defunti: è l’unico fiore fotosensibile che ama l’oscurità. Il bocciolo per fiorire ha bisogno di non essere esposto alla luce e un clima nuvoloso è ideale per il suo sviluppo tanto che, in caso di eccessiva luminosità, i produttori sono costretti a coprire le coltivazioni con teli neri per non far penetrare raggi di luce. Secondo l’associazione dei Florovivaisti Italiani l’annata per la produzione di crisantemi è stata positiva e i prezzi in linea con il 2018. Attualmente in commercio ci sono molte varietà, dalla più comune chiamata Spider (petali allungati e sottilissimi, tanto da ricordare le zampe di ragno), 2 euro per uno stelo, a quella più pregiata, la Turner, che arriva fino a 10 euro. Nonostante il trend favorevole, i Florovivaisti Italiani registrano però, come ogni anno, “una progressiva riduzione delle aziende dedite alla produzione di questo fiore che ha bisogno di notevoli investimenti per le buone prassi di coltivazione, che richiedono attrezzature specializzate e manodopera esperta, concentrata nella decade fra il 12 e 23 ottobre. Anche la peculiarità tutta italiana che ne limita la commercializzazione alla ricorrenza dei defunti non incentiva la produzione, principalmente in Toscana, Campania, Puglia e nella regione dove è nato il florovivaismo, la Liguria, dove a fine ‘800 le famiglie reali che svernavano sulla costiera alimentarono l’interesse per l’aspetto ornamentale di piante e fiori”. In Italia il settore florovivaistico rappresenta il 5% della produzione agricola totale e si estende su una superficie di quasi 30 mila ettari, contando 21 mila aziende (100 mila addetti), di cui 14 mila coltivano fiori e piante in vaso e 7 mila sono vivai. Il comparto vale circa 2 miliardi e mezzo di euro, di cui il 55% va attribuito ai prodotti vivaistici (alberi e arbusti). In Europa, le aziende florovivaistiche contano un fatturato di oltre 20 miliardi di euro e l’Italia vale il 15% della produzione comunitaria.
Redazione
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