giovedì, Aprile 18, 2024

Roma, la rabbia dei lavoratori Alitalia e ArcelorMittal: manifestazione in piazza Santissimi Apostoli con Cgil, Cisl e Uil

Manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil in piazza Santi Apostoli a Roma, la prima delle tre iniziative indette unitariamente che apre “la settimana di mobilitazione per il lavoro”. E in cui oggi confluisce anche la protesta dei lavoratori metalmeccanici dell’ex Ilva, in sciopero per 24 ore negli stabilimenti siderurgici del gruppo ArcelorMittal e nell’indotto. Attesi numerosi pullman da Taranto con lavoratori e delegati sindacali. Nel complesso, attesi in piazza “qualche migliaio” di operai, secondo gli stessi sindacati. La manifestazione-assemblea di oggi è infatti incentrata sui temi della crescita, delle crisi aziendali, dello sblocco di cantieri e infrastrutture e dello sviluppo del Mezzogiorno. Le altre due iniziative sindacali sono in programma giovedì 12 dicembre, sempre in piazza Santi Apostoli, con al centro il tema del rinnovo dei contratti pubblici e privati e delle assunzioni nella Pubblica amministrazione. L’ultima martedì 17 dicembre sulla rivalutazione delle pensioni, la riforma fiscale e la legge sulla non autosufficienza. “Il mondo del lavoro unito chiede il cambiamento del Paese: si mettano in testa che non si cambia senza e contro i lavoratori. Noi non abbiamo paura, non ci rassegniamo e andiamo avanti finché non otteniamo risultati. Uniti ce la possiamo fare”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dal palco della manifestazione nazionale unitaria.  E rivolto ad ArcelorMittal:  “Basta scherzare. Avete sbagliato ad andare in tribunale, tornate al tavolo a partire dall’accordo firmato a settembre dall’anno scorso ed agli impegni assunti. Discutiamo, ma a nessuno venga in mente di dire che ci sono licenziamenti da fare perché questa è un’idea che non passa”. “Abbiamo bisogno di risposte a partire da Ilva, Alitalia, Whirlpool, Mercatone uno: in tutti i settori abbiamo vertenze aperte con minacce o veri e propri licenziamenti di migliaia e migliaia di uomini e donne. Mai così in basso. Vogliamo che queste vengano risolte e vogliamo dare un messaggio chiaro alle multinazionali: non si viene in questo Paese a fare shopping e poi a buttare via imprese e chi ci lavora dentro”. Così la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, rimarcando dalla piazza della manifestazione unitaria che “gli accordi non sono carta straccia”. Furlan manda anche “un messaggio chiaro al governo e alla politica: basta mettere le imprese al centro delle liti interne ai partiti e alla maggioranza. Ci vuole serietà in queste cose, quella che finora è sempre mancata”. “Finché non avremo le risposte alle questioni che un anno fa abbiamo aperto insieme, noi continueremo nella mobitazione, nella nostra lotta. Non ci bastano i cambiamenti di modi, abbiamo bisogno di risposte”, ha annunciato Furlan, ed ha aggiunto: “In un anno non è cambiato nulla. Abbiamo bisogno di chiudere le vertenze aperte, 160 a cui ogni giorno se ne aggiunge una, di togliere dall’incertezza oltre trecentomila lavoratori e lavoratrici. Il clima è un po’ peggiorato, altro che migliorato”. “Certamente se ci fosse stato lo Stato, non ci sarebbero stati i balletti a cui assistiamo. Dobbiamo mantenere l’acciaio in Italia. La smettessero di litigare nella maggioranza e con l’opposizione. Non possiamo permetterci un altro Natale così”: lo dice il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, parlando dalla piazza della manifestazione nazionale unitaria “per il lavoro” soffermandosi in particolare sulla vertenza ArcelorMittal, su cui i sindacati tornano a chiedere il rispetto dell’accordo firmato a settembre 2018 e la salvaguardia dei livelli occupazionali. “Questo Natale sarà brutto per molte famiglie, non possiamo permetterlo. Bisogna dare speranze ai lavoratori, ai giovani e agli anziani”, aggiunge Barbagallo. E’ in corso dalle 23 di ieri e terminerà domani alle ore 7 lo sciopero dei lavoratori diretti e dell’indotto di ArcelorMittal proclamato da Fim, Fiom e Uilm di Taranto e in maniera autonoma dall’Usb. Contestano il nuovo piano industriale della multinazionale, che ha chiesto ulteriori 4.700 esuberi entro il 2023 e il mancato rientro al lavoro dei 1.600 lavoratori attualmente in capo all’Ilva in As. A Taranto l’Usb ha promosso inoltre un presidio alle portinerie e a seguire un sit-in davanti alla direzione, a cui hanno aderito anche rappresentanti di associazioni ambientaliste che invocano la chiusura della fabbrica, la bonifica con reimpiego degli operai e la riconversione economica del territorio. Partiti da Taranto ieri sera con una ventina di bus, oltre 1.000 lavoratori dell’ex Ilva e dell’indotto hanno raggiunto Roma insieme ai delegati di Fim, Fiom e Uilm, per la manifestazione nazionale #futuroallavoro organizzata da Cgil, Cisl e Uil.
Redazione
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