giovedì, Aprile 25, 2024

Le classi 3H e 3I della Melone visitano la Corte dei Conti

Le classi 3H e 3I della Melone

visitano la Corte dei Conti

Il racconto, direttamente dai ragazzi

 

Pochi giorni fa, il 23 gennaio 2020, usando i mezzi pubblici ci siamo recati a Roma, a Via Baiamonti n. 25 presso la sede principale della Corte dei Conti. Appena arrivati nel cortile del palazzo abbiamo potuto ammirare una statua raffigurante Camillo Benso conte di Cavour. Sotto era scolpita una sua citazione risalente al 1852: “È assoluta necessità concentrare il controllo preventivo e consuntivo in un magistrato inamovibile”. Infatti la Corte dei conti venne fondata nel Regno di Sardegna e con l’unificazione dell’Italia venne inglobata e spostata a Roma. A Cavour, statista risorgimentale che comprese l’importanza di questo organo dello Stato, è stata anche dedicata un’aula, situata al quarto piano dell’edificio. Nell’atrio del palazzo, struttura dalla grande imponenza, siamo stati accolti calorosamente dalla Dott.ssa Lucrezia di Giamberardino, la nostra gentilissima guida, che ci ha organizzato una interessante visita-studio. Seguendo la nostra guida ci siamo incamminati verso una tra le quattro sale più importanti: l’aula delle Sezioni riunite; qui si svolgono importanti riunioni tra i magistrati, come l’inaugurazione dell’anno giudiziario e il giudizio sul bilancio dello Stato che prevede l’approvazione del rendiconto generale dello Stato dell’anno precedente. Poco dopo è arrivato il Presidente della Corte dei conti, il Dottor Angelo Buscema, che ci ha salutato e ci ha voluto una foto tutti insieme, scusandosi perché subito dopo si sarebbe dovuto allontanare per un impegno istituzionale. Ha continuato le spiegazioni il giudice Luciano Calamaro, presidente di sezione II Giurisdizionale Centrale di Appello. Questo giudice, con una spiegazione breve e con un linguaggio accessibile a noi ragazzi di terza media, è riuscito a farci comprendere molti concetti giuridici. Ha iniziato  spiegando il ruolo della Corte dei Conti: formata da 2000 dipendenti e 550 magistrati, è un organo molto importante in quanto tutore delle risorse pubbliche. Infatti il denaro pubblico, cioè anche nostro, deve essere speso correttamente altrimenti i servizi diminuiscono. I vari collegi dei revisori dei conti controllano tutte le spese pubbliche e se non risultano congrue le denunciano alla giustizia penale ed alla Corte dei Conti che indaga. Il danno erariale è una frode allo Stato, un imbroglio avvenuto usando i nostri soldi. Il giudice ci ha spiegato che il danno può essere causato da una reale volontà di violare la Legge ed è cosciente delle conseguenze della sua azione od omissione (in questo caso si dice che c’è stato un “dolo”), ma il danno può essere causato anche per “colpa”, cioè da chi, pur non volendo violare la Legge, non si sia reso conto delle conseguenze della sua azione ad esempio per negligenza, imprudenza o imperizia o anche per non avere osservato regolamenti, ordini o discipline. È stato molto interessante anche il discorso sul danno all’immagine: è un danno che rovina l’apparenza di qualcuno o la reputazione delle istituzioni pubbliche e la corte si riunisce anche per quantificare il danno da risarcire alla Istituzione pubblica offesa, ad esempio anche dal comportamento scorretto di un dipendente. Il giudice Calamaro ha spiegato che non è facile quantificare il danno che potrebbe essere calcolato sommando le spese pagate per la pubblicità riparatoria o per i danni morali eccetera e cambia in base alla importanza della stessa Istituzione. Se è stata lesa l’immagine di una scuola, il costo sarà elevato, ma se si parla invece di un ospedale il costo sarà ancora più alto e se è stata lesa un’istituzione di più alto livello il costo sarà ancora più elevato. Non è sempre necessaria una denuncia del Collegio dei revisori dei conti, può essere sufficiente anche una denuncia presentata da giornalisti nell’ambito di una trasmissione televisiva, proprio come nel caso del processo a cui abbiamo potuto assistere. L’imputato, un ex dipendente pubblico bolognese, ora in pensione, era stato ripreso da “Striscia la Notizia” che aveva sollevato il caso trasmettendo il video e parlando di furbetti del cartellino. La Guardia di finanza aveva prelevato i video e denunciato l’imputato sia alla giustizia penale che a quella “economica”, cioè alla Corte dei Conti. Ora i giudici della corte d’appello dovevano pronunciarsi sul danno d’immagine causato dall’assenteismo del dipendente. L’avvocato difensore ha però affermato che l’imputato è stato già giudicato non colpevole in sede penale per cui ne chiedeva l’assoluzione anche alla Corte dei Conti. Erano presenti all’udienza cinque giudici tra cui il Presidente Luciano Calamaro e il pubblico ministero, inoltre erano presenti un carabiniere, otto avvocati e un valletto di udienza (che portava documenti dal banco degli avvocati a quelli dei giudici e anche la richiesta a noi, da parte dei giudici, di non scattare foto). Purtroppo non abbiamo potuto ascoltare la sentenza perché il nostro itinerario prevedeva anche altre tappe. Tornati nell’aula delle Sezioni riunite, il presidente dell’Associazione Magistrati della Corte dei Conti Ermanno Granelli ci ha spiegato le caratteristiche e le funzioni della Corte dei Conti, così come vengono  presentate nella nostra Costituzione. Intanto ci ha ricordato che in Italia ci sono tre possibili gradi di giudizio. Alla fine del processo il giudice può emettere una sentenza, che può andare a vantaggio o a svantaggio del denunciato o del pubblico ministero. Uno o l’altro possono fare “appello” se la sentenza non è soddisfacente. Dopo la seconda sentenza è possibile un ulteriore processo che però riguarda solo la forma, il comportamento dei giudici: la “Cassazione”. -La Corte dei conti è una magistratura indipendente da ogni altro potere; -Svolge funzioni di controllo e giurisdizionali, previste rispettivamente dall’art. 100 e 103 della Costituzione; -In materia di irregolarità e frodi svolge attività di prevenzione e contrasto, attraverso entrambe le funzioni.  Il Presidente Granelli ci ha fornito dati interessanti sulla spesa dello Stato che oggi ammonta a circa 850 miliardi di euro, a questa dobbiamo aggiungere i due miliardi di miliardi di debito pubblico, in parte sostenuto dai sottoscrittori dei titoli di Stato. Ci ha fatto riflettere su quanto sia importante prestare attenzione alla spesa pubblica: si rischia che il peso del deficit ricadrà tutto sulle nostre spalle e su quelle delle generazioni ancora successive. Ci ha fornito esempi e dati interessanti sulle spese necessarie per il buon funzionamento dello Stato: 150 miliardi di euro per le spese amministrative, 130/140 miliardi di euro per le spese sanitarie, 350 miliardi per le pensioni. Inoltre ci ha parlato del peso che ha l’evasione fiscale sul bilancio dello Stato, difficile da calcolare con precisione ma le cui conseguenze sono pesanti. La spiegazione del giudice Granelli è proseguita con la visione del breve filmato sul comunicato, risalente al 1973, del generale Augusto Pinochet che riducendo i poteri dello Stato ha annullato anche quello della Corte dei Conti, poiché essa avrebbe potuto bloccare molti dei traffici illegali riguardanti il generale e l’esercito che lo sosteneva. Il Giudice Granelli ci ha fatto ben comprendere quanto sia importante la divisione dei tre poteri dello Stato: legislativo, esecutivo e giudiziario: se questi poteri vengono accentrati perdiamo le libertà democratiche e incappiamo in una dittatura. Alla fine il giudice Granelli ci ha invitato a fare delle domande e molti di noi hanno approfittato chiedendo chiarimenti o curiosità, tutte richieste a cui ha risposto con semplicità e disponibilità. Terminato l’intervento nell’aula delle sezioni riunite abbiamo proseguito il tour visitando lo studio del presidente Angelo Buscema, in un’altra sala abbiamo potuto ammirare le mazze incrociate rivestite in lamina d’oro, che  simboleggiano le funzioni principali della Corte dei Conti: quella di controllo e quella di giurisdizione. Poi abbiamo attraversato il corridoio del segretariato dove erano presenti i busti dei presidenti precedenti fi
no al 2017. Una particolarità della Corte dei conti è che essa è l’unica istituzione in cui i busti dei presidenti vengono realizzati al momento del loro pensionamento e non della loro dipartita. Infatti gli ultimi tre busti che abbiamo ammirato si riferiscono a ex presidenti ancora in vita. Infine, abbiamo raggiunto la biblioteca dove siamo stati accolti dalla direttrice, la dottoressa Marina Silenzi, che ci ha spiegato con grande passione tutte le sezioni della biblioteca e anche il funzionamento del sito Internet. Ricchissima di opere, oltre 500 000 volumi, in materia giuridica, contabilità e storica. Purtroppo si stanno eseguendo dei lavori di ristrutturazione e non abbiamo potuto vedere la sala lettura. Qui abbiamo la raccolta completa degli atti parlamentari italiani dal 1861 a giorni nostri. Alcuni addetti si occupano dell’acquisizione di libri antichi: infatti abbiamo potuto ammirare da vicino opere di grande pregio che datavano a partire dal XVI secolo; con stupore abbiamo apprezzato tenendoli in mano volumi  come “Le guerre de’ greci”, scritte da Senofonte edizione veneziana di Gabriel Giolito De’ Ferrari del 1572 o “Il giuramento di Ippocrate” oppure “Immagini de’ i dei degli antichi” in un’edizione veneziana di Giordano Ziletti del 1571, o “Descrittione di tutta Italia” edizione bolognese di Anselmo Giaccarelli, anche questa risalente al XVI secolo. Si concludeva così  la nostra interessantissima visita alla Corte dei Conti. Tutti visibilmente entusiasmati dalla visita e dai complimenti ricevuti per l’educazione e la preparazione dimostrata, ci siamo avviati sulla strada del ritorno. È stata una visita molto interessante: ci ha reso consapevoli di quello che succede ai nostri soldi (o meglio a quelli dei nostri genitori) e quanto lavoro c’è dietro ad ogni piccola attività di controllo che a noi sembra banale. Noi pensiamo che niente abbia a che fare con lo Stato, ma invece noi incontriamo lo Stato svariate volte al giorno, da quando calpestiamo la strada, a quando andiamo a Scuola o dal medico, o usiamo un ponte o accendiamo un fornello … insomma qualsiasi cosa che facciamo si attua grazie allo Stato che ha dato il proprio supporto direttamente o indirettamente, ecco perché serve la Corte dei Conti, per controllare le spese e  come vengono usati i soldi dei cittadini. Lo dobbiamo ammettere: prima di questa gita conoscevamo veramente poco quest’organo dello Stato e credevamo che fosse poco entusiasmante andarlo a visitare, invece, dopo la visita, ci siamo dovuti ricredere. Per dei ragazzi della nostra età è stata una lezione complessa e impegnativa ma allo stesso tempo istruttiva e divertente. La cosa che ci ha colpito di più è stato il processo: per la prima volta abbiamo assistito ad un processo dal vivo ed è stato molto emozionante.  Senza dimenticare la bellezza degli ambienti: quadri, specchi, busti . . . tutto molto curato ed elegante alla pari di altri palazzi istituzionali che abbiamo visitato gli scorsi anni (dal Quirinale, a Palazzo Madama a Montecitorio eccetera). Grazie a questa visita alcuni di noi hanno maturato l’idea di intraprendere da adulti una carriera giuridica, chissà forse potrebbe essere la nostra vocazione. Comunque il 13 febbraio saremo tutti davanti alla TV per seguire l’inaugurazione dell’anno giudiziario per rivedere un luogo che abbiamo conosciuto. Ringraziamo tutto il personale per la gentile accoglienza, per averci fatto capire meglio il funzionamento del Paese in cui viviamo e dove cercheremo di costruire il nostro futuro. Un saluto dalle classi 3H e 3I dell’I.C Corrado Melone di Ladispoli (RM).

Redazione
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