venerdì, Aprile 19, 2024

Coronavirus, la situazione in Italia lunedì 23 marzo: i decessi sono a quota 6.077 (601 in più rispetto a ieri), i contagi sono 50.418, i guariti 7.432 (408 in più rispetto a ieri)

Sono 6.077 le persone morte in Italia nella crisi coronavirus. Rispetto a ieri, sono stati registrati altri 601 decessi. Lo ha reso noto Angelo Borrelli, capo dipartimento delle Protezione Civile. Il totale dei guariti è 7.432 (+408), i casi attualmente positivi sono 50.418 (+3.780): 26.522 in isolamento domiciliare, 20.692 ricoverati con sintomi e 3.204 in terapia intensiva. E’ il secondo giorno consecutivo in cui il numero di contagiati scende, così come cala da 48 ore il numero delle vittime. “Il nostro grande sforzo è evitare che le curve” di crescita del virus viste nelle regioni del nord, “non si ripetano al sud. La scommessa di queste misure e del nostro paese è evitare che si riproducano le curve al sud”, ha detto il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro in conferenza stampa alla protezione civile. “Oggi si conferma il trend in calo – dice anche l’assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera – possiamo dire che è il primo giorno positivo, non è il momento per cantar vittoria ma finalmente vediamo una luce in fondo al tunnel”.
E’ stato dimesso dal San Matteo di Pavia Paziente 1, il 38enne di Codogno ritenuto il primo caso accertato di Coronavirus in Italia. Mattia, questo il suo nome, la sera del 19 febbraio era stato ricoverato nel presidio ospedaliero della cittadina del Lodigiano per poi essere trasferito tra il 21 e il 22 in condizioni disperate nella rianimazione dell’ospedale pavese. Lo scorso 9 marzo ha cominciato a respirare autonomamente. ‘Io sono stato fortunato, state a casa’, ha detto in un video trasmesso sulla pagina Fb di Lombardia Notizie.  In Italia, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), dall’inizio dell’epidemia sono 4.824 i professionisti sanitari contagiati dal coronavirus, pari al 9% del totale delle persone che hanno contratto l’infezione, una percentuale più che doppia rispetto a quella cinese dello studio pubblicato su JAMA (3,8%). La fondazione Gimbe, teme che il dato sia ampiamente sottostimato. Chiede che i test vengano estesi a tutti i professionisti e operatori sanitari e che vegano forniti strumenti di protezione a chi è impegnato in prima linea contro l’emergenza. E si aggiungono due nuove vittime alla lista dei medici caduti causa del Covid-19, a Cremona e a Parma. Si tratta, si apprende dalla Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), di Leonardo Marchi, medico infettivologo e direttore della Casa di Cura San Camillo a Cremona e di Manfredo Squeri, medico ospedaliero in pensione. Squeri lavorava come medico responsabile del reparto di Medicina alla Casa di cura ‘Piccole Figlie’ di Parma, convenzionata con il Servizio sanitario nazionale. In totale, per la Fnomceo, sarebbero 19 il numero di medici in attività deceduti a causa del coronavirus. A Piacenza, il forno crematorio del cimitero è in tilt e un centinaio di bare sono state accatastate nella ‘sala del congedo’. Lo spiega il quotidiano Libertà. I decessi a Piacenza, dall’inizio dell’emergenza coronavirus sono 314 ma il forno alla sua massima capacità può occuparsi al massimo di 12-13 cremazioni al giorno, mentre i feretri che arrivano quotidianamente sono 20-25. Sono 11 i medici di famiglia deceduti, ad oggi, per l’epidemia di Covid-19. L’aggiornamento è del segretario della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) Silvestro Scotti
Redazione
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