giovedì, Aprile 25, 2024

“Ecco perché è fondamentale rimanere a casa”

“Ecco perché è fondamentale rimanere a casa”

Pamela Baiocchi: “Anche se in minoranza, alcuni continuano ad uscire per un litro di latte o una ripetuta e interminabile passeggiata con il proprio cane “

 

Nella nota che segue alcune riflessioni della signora Pamela Baiocchi, delegata alle politiche scolastiche che scrive: “Forse siamo un po’ stanchi di sentirci dire “restiamo a casa” o sentir parlare di “prevenzione”, ma ci sono ancora delle persone che continuano indisturbate a comportarsi come se questo virus non riguardasse loro personalmente, come se non fosse anche la loro guerra da vincere. Anche se in minoranza, alcuni continuano ad uscire per un litro di latte o una ripetuta e interminabile passeggiata con il proprio cane, alcuni continuano a fare sport all’aria aperta incuranti delle distanze di sicurezza, alcuni continuano a non utilizzare misure di protezione preventive, come guanti e mascherine. Forse allora, queste persone non stanno considerando il significato reale di “pandemia”. Iniziamo proprio da questo termine: la parola, che deriva dal greco antico “pandemos”, si traduce letteralmente in “tutta la popolazione”. Non è difficile quindi comprendere che il concetto di “pandemia” implichi l’esposizione dell’intera popolazione mondiale ad un’infezione di notevole rilevanza. Quindi la condizione di “Pandemos” riguarda ognuno di noi, e dobbiamo agire responsabilmente, affinché il contagio non possa diffondersi a macchia d’olio. L’OMS considera lo stato di pandemia attraverso tre fattori principali:- un nuovo agente patogeno;- la capacità di colpire gli umani;- la capacità di diffondersi attraverso rapido contagio. Attualmente queste 3 condizioni sono in corso, il Covid-19 è di fatto un coronavirus che ha subito una mutazione, colpisce gli esseri umani e si diffonde rapidamente. Lo stesso ordine dei biologi ci fa sapere che: “Per la terza volta in tre decenni un coronavirus zoonotico fa un salto di specie per infettare le popolazioni umane. Ad oggi se ne conoscevano sei tipi, due dei quali fatali. Ma l’attuale è ancora diverso, e non sono da escludere nuove mutazioni”. I biologi parlano quindi di infezione zoonotica, ma cosa vuol dire? Per zoonosi si intende una malattia di origine  infettiva che può essere trasmessa dagli animali all’uomo, attraverso un contatto diretto  (derma, sangue o secrezioni) o indiretto (organismi che veicolano l’infezione o  ingestione di alimenti contagiati). Tuttavia non vi è alcuna prova che gli animali domestici possano contrarre il Covid-19. Che cosa sono i Coronavirus? Il nome “coronavirus” deriva dal greco “korṓnē” che si traduce come “ghirlanda – corona” e si riferisce all’aspetto caratteristico dei virioni, i quali ricordano una corona solare. I Coronavirus fanno parte di un’ampia famiglia e sono noti per causare malattie di diversa intensità, e sono già stati responsabili di gravi epidemie come la Sars (2002), la Mers (2012) e l’attuale Covid-19. In nome assegnato al virus “COVID-19” è un acronimo derivante da “CO” (corona), “VI” (virus), “D” (disease-malattia) “19” (2019 – manifestazione del primo caso di contagio). Il Covid-19, come già anticipato, è un nuovo ceppo di coronavirus mai identificato prima nell’uomo che si presenta per la prima volta nel 2019 Wuhan (Cina) ed è responsabile di una malattia respiratoria, la quale nei casi più gravi può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale e decesso. Questo virus risulta notevolmente pericoloso o addirittura letale per alcune categorie, come gli anziani, persone con particolari patologie come immuno-depressione, cardiopatici o diabetici. Il contagio del virus è stato stimato tra i 2 e i 14 giorni e può essere trasmesso attraverso il contatto con una persona infetta, principalmente per via aerea, quindi: saliva, goccioline aeree infette (tosse, starnuti), contatto con mani contaminate portate alla bocca, naso o occhi e in rarissimi casi si può manifestare attraverso il contagio orofecale. Ma ci sono anche casi in cui il contagiato non manifesta alcun sintomo, si parla allora di contagio asintomatico. Cosa vuol dire essere asintomatico? Il contagiato “asintomatico” è quella persona che non presenta alcun sintomo e può scoprire la malattia solo effettuando esami specifici. I pazienti asintomatici pur non presentando alcun sintomo virale, possono comunque essere vettore di contagio verso altri individui e costituiscono un grosso rischio per quelle persone con patologie particolari o colpite da immuno-deficit. Ecco perché dobbiamo rimanere a casa, la nostra missione è quella di contenere il contagio e ognuno di noi deve fare la sua parte. È un nostro dovere, dobbiamo proteggere i nostri cari e le persone più deboli, dobbiamo impegnarci davvero e dare il nostro contributo, non ci viene chiesto altro che rimanere a casa. Rimanere a casa, parole che nella normalità desideriamo e corrispondono al riposo. Certo questa non è una vacanza, ma nelle nostre case possiamo impegnarci, riscoprire i nostri hobby accantonati per mancanza di tempo, stare in famiglia in modo completo, sistemare quelle cose che proprio non siamo riusciti mai a sistemare, possiamo dedicarci allo studio, alla lettura di un buon libro, possiamo scoprire nuovi interessi e la lista è ancora lunga. In questi giorni le forze dell’ordine stanno lavorando incessantemente per fare fronte a questa emergenza, solo la nostra collaborazione può fare la differenza, solo il nostro restare a casa e uscire solo per ovvia necessità, vuol dire fare la nostra parte. In ultimo, voglio fare i complimenti ai tanti cittadini che stanno mostrando il loro impegno, ogni giorno e il loro amore verso il prossimo. Grazie per il vostro rispetto”.

Redazione
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