venerdì, Maggio 10, 2024

Coronavirus, il reddito di cittadinanza ora si chiama “contributo d’emergenza”

Non si chiamerà più reddito ma contributo d’emergenza, anche per marcare le distanza col famigerato reddito di cittadinanza, croce e delizia dei due governi Conte. A quanto si apprende da fonti di maggioranza, il nodo del cosiddetto Rem potrebbe ben presto essere sciolto, al Mef si lavora sulla riscrittura del testo “perché quello su cui si è ragionato all’ultimo tavolo”, ovvero a quello di lunedì notte tra premier, capidelegazione e ministri interessati, “era mal scritto”, come se il contributo destinato alle classi più disagiate dovesse diventare un sussidio a vita. Tanto da indurre non solo Iv ma anche il Pd a chiedere di destrutturarlo, ovvero di farne una misura una tantum.
“E’ giusto che sia uno strumento straordinario e non perenne la questione dell’una tantum era semplicemente mal posta”. Perché il Rem, o meglio il contributo d’emergenza, sarà erogato dall’Inps una volta soltanto, con due tranche da accreditare e che varieranno da 400 a 800 euro a seconda del quoziente familiare. Il che comporterà uno stanziamento di un miliardo di euro per ‘coprire’ 1 milione di famiglie, stando alle stime 2,5 milioni di persone. Questo lo schema su cui si punta a chiudere, in una nuova riunione che si spera decisiva per poter dare il via libera al dl aprile, ormai diventato di maggio, già questa settimana. Altrimenti si rischia un nuovo rinvio, cosa che né Conte né Gualtieri vogliono.
Redazione
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