domenica, Dicembre 8, 2024

Coronavirus, parla il ministro della Salute Speranza: “Oggi siamo in una fase diversa dell’epidemia ma dobbiamo ancora essere prudenti. Guai a pensare che sia tutto finito e che la battaglia sia vinta”

“Oggi siamo in una fase diversa dell’epidemia ma dobbiamo ancora essere molto prudenti. Guai a pensare che sia tutto finito e che la battaglia sia vinta”. Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenuto all’inaugurazione del nuovo reparto della rete hub nazionale di terapia intensiva all’ospedale Maggiore di Bologna. “Credo che oggi il nostro Paese sia pronto al più grande investimento mai fatto sul Servizio sanitario nazionale. Se non ora quando? Occorre mettere insieme tutte le energie che ci sono”, ha detto poi Speranza aggiungendo: “Servirà anche una discussione per capire come costruire un nuovo Servizio sanitario nazionale di grandissima qualità, con più risorse, e con una relazione molto forte con il territorio”. “Bisogna chiudere e archiviare definitivamente la stagione dei tagli al comparto sanitario, in cui abbiamo messo più risorse negli ultimi 5 mesi che negli ultimi 5 anni”, ha affermato il ministro per il quale “la retorica degli sprechi attorno al comparto sanitario è stata in passato una scusa per tagliare risorse. Oggi occorre cominciare ad investire. Dobbiamo farlo con tutto il coraggio che abbiamo. La sanità è simbolo della lotta contro le diseguaglianze”. “Il Paese c’è stato, le istituzioni hanno retto, potevamo essere travolti. Poi ci sarà tempo di discutere di tutto e di apprendere dagli errori. Ma le Istituzioni nel complesso hanno retto e il nostro sistema sanitario nazionale, chiamato alla prova più difficile della sua storia, ha dimostrato di avere dentro di sé risorse straordinarie”, ha concluso aggiungendo: “Siamo in una fase nuova, dobbiamo concentrare la nostra attenzione anche su tutte le altre patologie che in qualche modo sono state messe in secondo piano, siamo già al lavoro e sono convinto che il Servizio sanitario nazionale saprà essere all’altezza anche di questa sfida”. E ha infine assicurato, però, che “non c’è stata assolutamente” una sottovalutazione delle morti non causate dal Covid-19.
Redazione
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