martedì, Aprile 16, 2024

Roma, la rabbia dei genitori di Fabrizio Piscitelli: “Manifestiamo tutto il nostro sconforto derivanti dalla lettura di due articoli pubblicati su un quotidiano inerenti alle indagini sull’assassinio di nostro figlio”

Manifestiamo “tutto il nostro sconforto e la nostra incredulità derivanti dalla lettura di due consecutivi articoli” pubblicati su un quotidiano a larga diffusione nazionale il 13 e 14 giugno 2020 “inerenti alle indagini sull’assassinio” di Fabrizio Piscitelli, “tuttora non concluse” e “riteniamo anche in qualità di cittadini italiani, gravissimo e a dir poco inopportuno che, nella delicata fase delle indagini, ancora in corso, a distanza di dieci mesi dal fatto e di cui non abbiamo alcuna informazione circa lo stato, la stampa abbia avuto modo di entrare in possesso e diffondere pubblicamente atti di estrema riservatezza e rilevanza nell’ambito delle indagini medesime”. Lo scrivono i genitori e i fratelli di Fabrizio Piscitelli, ucciso il 7 agosto dello scorso anno nel parco degli Acquedotti di Roma, in un esposto di cui l’Adnkronos è venuta in possesso, inviato al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, al procuratore generale della Corte di Cassazione, Giovanni Salvi, al procuratore generale della Corte d’Appello di Roma, Federico De Siervo e al procuratore della Repubblica del Tribunale di Roma, Michele Prestipino. “Ci chiediamo altresì – sottolineano i genitori e i fratelli dell’ultras laziale – se il modo più corretto per proteggere ed assicurare la collaborazione, nell’ambito processuale, di un teste di grande rilievo, da quanto emerge dalla lettura del primo articolo, sia quello di pubblicarne su un giornale, peraltro, di larga tiratura, l’identità personale. La gravità di tale episodio, che oltretutto non è l’unico, è tale da generare, a nostro avviso, un forte clima di sfiducia verso le istituzioni già provate, di recente, da vicende più che incresciose”.
Redazione
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