venerdì, Aprile 19, 2024

Fmi, il Pil dell’Italia nel 2020 sarà al -9,1 per cento. Il debito pubblico salirà al 166%

Il Fmi rivede al ribasso le stime della produzione per l’Italia nel 2020. Il pil quest’anno è previsto contrarsi del 12,8%, ovvero 3,7 punti percentuali in più rispetto al -9,1% delle previsioni di aprile. Per il 2021 il pil è stato rivisto al rialzo al +6,3%, 1,5 punti percentuali in più rispetto a quanto previsto in aprile. Balzo del debito pubblico e del deficit italiani nel 2020 a causa del coronavirus. Dopo il 134,8% del 2019 il debito è atteso salire al 166,1% del pil quest’anno e per poi calare al 161,9% nel 2021. Lo prevede il Fmi che ha rivisto, peggiorandole, le stime per l’indebitamento italiano. Il deficit è atteso al 12,7% del pil quest’anno (8,3% la stima di aprile) e al 7,0% nel 2021 (3,5% la previsione di aprile). Debito sopra al 100% anche per Francia (125,7% nel 2020 e 123,8% nel 2021) e Spagna (123,8% e 124,1%). Brusca frenata per Germania, Francia, Spagna e Gran Bretagna nel 2020. Secondo l’aggiornamento delle stime del Fmi, la locomotiva tedesca si contrarrà quest’anno del 7,8% per poi crescere del 5,4% il prossimo. Il Fondo prevede per la Francia un pil in calo del 12,5% nel 2020 e una crescita del 7,3% nel 2021, mentre per la Spagna si stima -12,8% quest’anno e una crescita del 6,3% nel 2021. Calo a due cifre anche per il pil britannico, che calerà del 10,2% nel 2020 per salire del 6,3% nel 2021. L’economia dell’area euro si contrarrà quest’anno del 10,2%, ovvero 2,7 punti percentuali in più rispetto alle stime di aprile. Per il 2021 è invece atteso un rimbalzo: il pil è atteso crescere del 6,0%, +1,3 punti percentuali in più rispetto ad aprile. Lo prevede il Fondo stimando anche per gli Stati Uniti una contrazione nel 2020 maggiore delle attese, con un pil in calo dell’8% (-2,1 punti rispetto ad aprile) e una ripresa del 4,5% nel 2021 (-0,2 punti). La crisi innescata dal coronavirus è un colpo “catastrofico” sul mercato del lavoro mondiale. Lo afferma il Fmi, sottolineando che “alcuni paesi (soprattutto l’Europa) sono riusciti a contenere le ricadute con efficaci piani di breve termine”. Il Fondo quindi cita i dati dell’Organizzazione Mondiale del Lavoro: il calo delle ore lavorate nel primo trimestre rispetto al quarto trimestre del 2019 equivale alla perdita di 130 milioni di posti di lavoro. Il calo del secondo trimestre equivale a 300 milioni di posti. L’economia mondiale si contrae quest’anno più delle attese registrando un calo del 4,9%, ovvero 1,9 punti percentuali in più rispetto alle stime di aprile. Lo prevede il Fmi, secondo il quale nel 2021 ci sarà un rimbalzo del pil del +5,4% (-0,4 punti su aprile). Parlando di una crisi “come nessuna altra” e di incertezza sulle stime, il capo economista del Fmi Gita Gopinath osserva come le stime “implicano una perdita complessiva per l’economia mondiale di oltre 12.000 miliardi di dollari” fra il 2020 e il 2021.
Redazione
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