domenica, Maggio 5, 2024

Coronavirus, secondo uno studio di Andrea Crisanti il 40 per cento degli infetti sono asintomatici

Si guadagna le pagine di ‘Nature’ il caso di Vo’ Euganeo, comune padovano che ha fatto scuola nella gestione dell’epidemia di Covid-19, diventando un laboratorio a cielo aperto per lo studio del coronavirus Sars-CoV-2. Lo studio condotto fra gli altri da Andrea Cristanti, noto come uno dei padri del modello veneto contro l’emergenza, indica innanzitutto che oltre il 40% delle infezioni da Covid-19 sono asintomatiche. Secondo: non risultano differenze significative di carica virale tra sintomatici e asintomatici, suggerendo la potenziale contagiosità anche di chi contrae il virus con scarsi sintomi o nessuno. Terzo: i bambini si confermano in qualche modo ‘resistenti’ all’infezione, pure se vivono accanto a familiari che si sono ammalati. ‘Suppression of a Sars-CoV-2 outbreak in the Italian municipality of Vo” è il titolo dell’articolo firmato da Crisanti, direttore del dipartimento di Medicina molecolare dell’università di Padova e del laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’azienda ospedale/università di Padova, e da Ilaria Dorigatti del Mrc Centre for Global Infectious Disease Analysis dell’Imperial College di Londra, Gb. Il lavoro, spiegano gli autori, “fa luce sulla frequenza dell’infezione asintomatica da Sars-CoV-2” e sulla “relativa infettività (misurata dalla carica virale), e fornisce nuovi spunti sulla sua dinamica di trasmissione e sull’efficacia delle misure di controllo messe in atto nel cluster di Vo’: il monitoraggio dell’infezione con tamponi esteso a tutta la popolazione, l’isolamento domiciliare per i positivi (inclusi asintomatici o paucisintomatici), il distanziamento sociale e l’uso di dispositivi di protezione individuale – è la conclusione – sono risultati altamente efficaci nel sopprimere la trasmissione di Sars-CoV-2”. Il 21 febbraio 2020 – ricostruiscono i ricercatori – un residente del comune di Vo’, una piccola cittadina di circa 3.200 abitanti in provincia di Padova, muore di polmonite a causa di un’infezione da Sars-CoV-2. Si tratta del primo decesso di Covid-19 registrato in Italia dopo la comparsa del nuovo coronavirus nella megalopoli cinese di Wuhan, nella provincia di Hubei. Le autorità regionali impongono prontamente l’isolamento dell’intero comune per 14 giorni. Informazioni sulla demografia, la presentazione clinica, il ricovero ospedaliero, la rete di contatti e la presenza dell’infezione vengono raccolte effettuando tamponi nasofaringei sull’85,9% e sul 71,5% della popolazione di Vo’ in due punti temporali consecutivi. “La prima indagine, condotta all’inizio dell’isolamento della città – spiega Crisanti – rivela una prevalenza di infezione del 2,6% (intervallo di confidenza-Ci del 95%, 2,1-3,3%). La seconda indagine, eseguita alla fine del blocco, evidenza una prevalenza dell’1,2% (95% Ci, 0,8-1,8%). In particolare, il 42,5% (95% Ci, 31,5-54,6%) delle infezioni confermate da Sars-CoV-2 e identificate nelle due indagini sono asintomatiche, ovvero non presentano sintomi al momento del test con tampone, né li hanno sviluppati in seguito. L’intervallo seriale medio è di 7,2 giorni (95% Ci, 5,9-9,6)”. “Particolarmente interessante” secondo l’esperto “è ciò che emerge dallo studio sull’infezione da Covid-19 nei bambini”, che “sembrano ammalarsi di meno e con pochi sintomi, dimostrando una certa resistenza al virus. A Vo’, su un campione di 234 bambini da 1 a 10 anni, nessuno è risultato positivo al tampone, anche se spesso hanno convissuto con genitori infetti”. Ma il “dato chiave” per gli autori è questo: “Lo studio mostra come non si rilevi alcuna differenza statisticamente significativa nella carica virale delle infezioni sintomatiche rispetto a quelle asintomatiche (valori p 0,62 e 0,74 per i geni E e RdRp, rispettivamente, secondo il test Exact Wilcoxon-Mann-Whitney). Questo risultato implica che, potenzialmente, anche le infezioni asintomatiche o paucisintomatiche potrebbero contribuire alla trasmissione di Sars-CoV-2”.
Redazione
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