“Prima di gennaio sarà dura avere il vaccino, anche se sei aziende hanno già cominciato a produrre le dosi”. Lo dice in un’intervista al Corriere della Sera Cristina Cassetti, vicedirettrice della Division of Microbiology and Infectious Diseases che fa capo al Niaid, l’istituto di ricerca sulle allergie e le malattie infettive, con sede a Washington e guidato da Anthony Fauci. Cassetti racconta che si sta “seguendo lo sviluppo di 7 progetti. Quelli delle aziende Moderna e Pfizer sono appena entrati nella Fase 3 della sperimentazione, cominciando a reclutare volontari. L’obiettivo è arrivare a circa 30 mila. Ci vorrà un po’ di tempo. Diciamo da qui alla fine di settembre, almeno. Ma c’è un passaggio importante da tenere presente. I test avranno senso quando saranno condotti su un certo numero di positivi. Altrimenti non sarà possibile verificare l’efficacia del vaccino”. Al quotidiano che le chiede quanti siano i positivi su 30 mila volontari, la vicedirettrice del Dmid risponde che si tratta di un “dato riservato” ma in ogni caso “posso dire qualche centinaio. In questo momento si stanno cercando persone in 100 luoghi diversi degli Stati Uniti, quelli più colpiti”. Quanto all’annuncio dato invece dal presidente russo Putin sul vaccino, Cassetti precisa: “Non ne sapevamo nulla, poiché i dati non sono stati pubblicati. Lo abbiamo letto anche noi sui giornali. E non sono a conoscenza di contatti tra scienziati del nostro Istituto, il Nih, e russi. Ho visto che hanno testato il vaccino su 76 persone. Mi sembra un numero troppo limitato per poter essere certi che sarà efficace e che si possano escludere effetti collaterali”.