venerdì, Aprile 19, 2024

Usa, dura lezione per la Boeing che ha ammesso le proprie colpe per i disastri aerei del 737 Max

Due tragici incidenti che coinvolsero gli 737 Max nel 2019 furono in parte dovuti alla reticenza dei vertici della Boeing nel condividere dettagli tecnici dei propri velivoli e ad una carente vigilanza da parte della Federal Aviation Administration (Faa).  Lo ha stabilito un’inchiesta del Congresso Usa durata 18 mesi. In un rapporto di quasi 250 pagine, la commissione Trasporti della Camera a maggioranza democratica elenca una serie di azioni scorrette nella realizzazione del modello da parte del colosso americano e chiama in causa quella che definisce n causa la “cultura dell’occultamento” e un sistema di regolamentazione che era “fondamentalmente difettoso”. Il rapporto è un duro colpo per la Boeing che nel dicembre 2019 Boeing aveva annunciato la sospensione della produzione di tutte le varianti del 737 Max a partire da gennaio 2020, ma che in seguito ha reso  nota la volontà di riprenderla e di raggiungere i 31 esemplari mensili entro il 2021. La Boeing ha ammesso di aver “imparato lezioni molto dure” dagli incidenti del volo Lion Air 610 (29 ottobre 2018) e del volo Ethiopian Airlines 302 (10 marzo 2019) in cui persero la vita rispettivamente 189 e 157 persone. Le famiglie delle vittime, però, hanno accusato l’azienda e la competente agenzia del Dipartimento dei trasporti di continuare a nascondere informazioni. “Boeing ha fallito nella progettazione e nello sviluppo del 737 Max e la Faa, la Federal aviation administration ha fallito nella supervisione del Boeing e nella certificazione dell’aeromobile”, si legge nel rapporto, da cui emerge che gli incidenti “non sono stati il risultato di un singolo guasto, errore tecnico o di un evento gestito male”. Anzi, secondo il rapporto della commissione, gli incidenti “sono stati l’orrendo culmine di una serie di presupposti tecnici errati da parte degli ingegneri della Boeing, della mancanza di trasparenza da parte del management di Boeing e della supervisione grossolanamente insufficiente da parte della Faa”.  Il Boeing 737 Max è stato messo a terra dal marzo 2019 dopo che due incidenti, in Indonesia ed Etiopia, hanno provocato la morte di 346 persone. Il rapporto ha rilevato una serie di lacune nel design dell’aereo, abbinate con la “Regulatory capture (cattura della regolamentazione)”, un rapporto troppo stretto tra Boeing e l’authority federale, che ha compromesso il processo per ottenere la certificazione di sicurezza. L’analisi dettagliata della House Transportation Committee in è il frutto di decine di interrogatori e colloqui e si basa su oltre 600mila pagine di documenti. Emerge che i dipendenti della Boeing erano sotto pressione perché vevano vendere i nuovi aerei rapidamente senza richiedere ai loro piloti di sottoporsi a una più ampia riqualificazione. L’obiettivo era simboleggiato dagli “orologi con conto alla rovescia” appesi sul muro di una sala conferenze. Il rapporto descrive i funzionari della Boeing come “straordinariamente riluttanti a riconoscere eventuali passi falsi o errori”. Dai test sul software rivelatosi difettoso dei Max737 era emerso che un pilota impiegava più di 10 secondi per rendersi conto di quanto stava accadendo e quindi seguire le corrette procedure per neutralizzare il comando che mandava in picchiata l’aereo, con conseguenze catastrofiche, un elemento nascosto alle autorità di controllo. In più l’allarme che portava all’attivazione del sistema antistallo è risultato essere fuori uso su gran parte della flotta di 737 Max ma questo non fu mai comunicato a piloti e compagni. Il 737 Max è ancora stato messo a terra ormai da più di un anno e mezzo  ma potrebbe essere autorizzato di nuovo a volare di nuovo nei prossimi mesi, grazie alla revisione del software MCAS. In questo senso a Gatwick lunedì scorso c’è stata una riunione dei regolatori internazionali per esaminare i requisiti di addestramento per i piloti del Max.
Redazione
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