martedì, Aprile 30, 2024

Si scrive RIM, si legge famiglia

Intervista esclusiva, tra obiettivi ed anticipazioni, ad Ilenia e Maura Rinaldi rispettivamente presidente e vice-presidente della Rim sport Cerveteri

 

Era il 2013 quando Ilenia (I) e Maura (M) decidono di fondare la loro società, crescono ed iniziano a credere di poter creare qualcosa di importante. La svolta arriva nel 2016 quando decidono di acquistare il centro sportivo di via Graziosi. Forti di più di 15 anni passati sui campi da gioco di tutto il litorale e armate della genuinità che le contraddistingue, ad oggi gestiscono una delle realtà sportive più importanti del nostro territorio.

Quali sport si possono praticare nel vostro centro sportivo? Potreste illustrarli?

I: “Certamente, basket e pallavolo sono i pilastri del nostro impianto, ma non solo, la Rim offre: una scuola calcio; corsi di fitness (pilates e posturale); danza per tutte le età dal gioco danza fino ai balli di gruppo; lezioni di tennis e l’ultima novità, ovvero, il taekwondo”.

Non è facile gestire tanti settori diversi, quanto è importante il vostro staff?

M: “Lo staff è tutto per la nostra attività, esperienza ed unione sono il segreto del successo. Il basket si avvale della direzione tecnica di Antonio Pica, che sta raggiungendo risultati importanti anche a livello giovanile, infatti, quest’anno i 2003/2004 concorreranno nel settore gold delle giovanili della pallacanestro, un traguardo che qui non era stato mai raggiunto. Il direttore tecnico della pallavolo è Daniele Moretti, ex Volleyrò (la società più vincente in Italia a livello giovanile). Cambio al timone per la scuola calcio che quest’anno è diretta da Massimo Paolangeli, una gestione innovativa che ha triplicato i nostri iscritti. Per gli sport non agonistici non c’è ancora una vera e propria direzione tecnica, ma ci avvaliamo di uno staff preparato. La danza è curata da Laura Marsilio, Manila Ripani, Maila Martino e Roberto Montesanti. Il taekwondo è gestito da una vera e propria istituzione: Alessandro Belardinelli, mentre in fitness è coordinato da Roberta Cristini. Ultimo, ma non per importanza il tennis, guidato da Ivo, Mauro e Andrea Polidori. Io ed Ilenia comunque ci teniamo ad essere sempre in prima linea, ci avvaliamo però di figure di supporto importanti”.

Nelle ultime stagioni il vostro centro estivo sta riscuotendo un enorme successo, perché?

M: “Non è facile come può sembrare, ogni stagione parte con mille preoccupazioni, ma fortunatamente veniamo ripagate dai risultati. Probabilmente il nostro successo è dovuto ad un’estrema cura dei dettagli, noi tendiamo sempre a metterci in discussione, questo ci fa migliorare. Grande parte del merito va ancora una volta allo staff, composto da ragazzi ed allenatori che frequentano il centro”.

I: “I bambini riescono a creare un rapporto profondo, gli animatori sono ragazzi che continuano a vedere e che seguono magari a livello sportivo durante l’anno. Lo staff stesso è una grande squadra. Il centro estivo fa emergere il nostro lato più umano, per un po’ possiamo anche dimenticarci di essere imprenditrici”.

M: “Abbiamo sempre avuto questa propensione, ci piace anche lavorare direttamente nel nostro centro estivo. Vogliamo creare un punto di riferimento per le famiglie, creare un senso di appartenenza alla città e alla struttura, senza dimenticare l’importanza sociale che può avere per i nostri ragazzi. Proprio per questo abbiamo deciso anche di far partire il dopo-scuola, sempre alla ricerca di quell’obiettivo che è il benessere dei nostri iscritti”.

Cambiamo completamente registro, 2 giovani ragazze alla guida di un centro sportivo… vi è mai capitato di subire qualche discriminazione oppure più semplicemente di non essere prese sul serio dai vostri colleghi o dipendenti?

I: “Devo dire che non ci sono stati episodi eclatanti, ma cercano continuamente di scavalcarci, diciamo che a volte la figura del boss femminile non viene capita, specialmente noi che siamo così giovani”.

M: “A volte dobbiamo prendere una posizione netta e veniamo accusate di esserci montate la testa oppure ci sentiamo dire che siamo 2 ragazzine e che non sappiamo niente di come si gestisce un’attività. Arriviamo a non farci quasi più caso”.

I: “Noi non vogliamo trasformarci in un manifesto femminista, vogliamo semplicemente lavorare e essere rispettate come noi rispettiamo gli altri”.

Immagino non sia sempre facile tenere tutto sotto controllo, c’è stato un errore sul vostro cammino che non avreste voluto commettere?

M: “Sicuramente, sarebbe un elenco lunghissimo. A volte abbiamo semplicemente dato fiducia alle persone sbagliate, altre invece abbiamo peccato nella forma, abbiamo detto il giusto, ma forse in un modo poco consono”.

Voi 2 siete anche giocatrice della serie D, come riuscite a scindere le due figure e ad allenarvi come se niente fosse quando ci sono dei problemi societari, magari proprio con l’allenatore?

I: “Maura è molto più brava di me in questo, riesce a comportarsi da atleta e separare completamente le 2 situazioni, io faccio molta più fatica. Essere in 2 sicuramente ci aiuta, siamo complici, ci basta uno sguardo per capirci”.

M: “Questo è vero, ma Ilenia comunque riesce ad alleggerire i problemi della squadra e tentiamo di non dare troppo adito alle “chiacchiere da spogliatoio”. Diciamo che noi ci troviamo nel mezzo, tra squadra ed allenatore, proviamo a fare da filtro in entrambe le direzioni”.

Potete darci qualche anteprima? Ci sono alle porte nuovi investimenti?

M: “A breve arriveranno 2 campi da paddle, ma l’investimento più atteso è il secondo pallone, dopo aver rinnovato completamente quello già esistente vorremmo crescere ancora. Purtroppo il covid ha limitato la nostra azione, non abbiamo ricevuto quasi alcun aiuto e la precarietà della situazione attuale ci frena, ovviamente in caso di risalita dei contagi saremmo i primi a pagarne le conseguenze”.

Quali sono gli obiettivi stagionali?

I: “Come ogni anno il nostro scopo è quello di portare giovani in prima squadra. Abbiamo riconfermato le 2 serie D della pallavolo e la serie D del basket maschile. Le squadre dei ragazzi sono molto competitive grazie ad innesti importanti, ci piace festeggiare una promozione, ma non puntiamo disperatamente alla serie C. La serie D femminile ha meno possibilità di lottare in zone d’alta classifica, ma siamo riuscite ad inserire nel gruppo 6 ragazze under 20 tra cui 2 2001 e ben 4 ragazze del 2003”.

Avete già risollevato le sorti del centro, dove volete arrivare?

M: “A livello prettamente estetico ci immaginiamo una Rim con una piantina completamente rivista. Le realtà di paese solitamente non concedono sbocchi sportivi a livello professionistico, noi vorremmo provarci, vorremmo creare una sorta di doppio livello, ognuno poi andrebbe ad inserirsi dove vorrebbe. Ci piacerebbe che ci fosse un forte senso di appartenenza alla maglia, un luogo dove un papà porta il proprio figlio a fare sport continuando una tradizione di famiglia. Siamo molto ambiziose, la struttura che abbiamo tra le mani ce lo consente. Per ora stiamo sfruttando forse il 60% delle sue possibilità, noi cercheremo di arrivare al massimo”.

Giorgio Ripani

Redazione
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