“Ritengo sia una conseguenza inevitabile di ciò che è venuto fuori dalle indagini, che hanno offerto un quadro desolante che ha inferto una profonda ferita all’immagine della magistratura agli occhi dei cittadini. Certo, il rischio è che Palamara venga utilizzato come capro espiatorio, ma ci auguriamo che così non sia”. Lo dice all’Adnkronos l’ex pm Antonio Ingroia commentando la rimozione dall’ordine giudiziario di Luca Palamara decisa dalla Sezione disciplinare del Csm. “Un provvedimento così drastico – aggiunge – è proporzionato rispetto ai fatti gravissimi emersi, ma sarebbe bene che la magistratura non si autoassolva attraverso la condanna di Palamara”. Quanto all’ipotesi che non siano state rispettate le regole del processo disciplinare, Ingroia spiega: “Non mi pare, è vero che è stata drasticamente tagliata la lista dei testimoni proposta di Palamara, ma lui aveva proposto una lista di più di cento persone, e non si poteva certo sentire tutta la magistratura per tentare di ribaltare il processo disciplinare. Palamara ha provato la sua linea difensiva, che è stata quella di voler mettere sotto processo tutta la magistratura, ma io dico, invece, che bisogna aprire anche procedimenti nei confronti di altri”. “In attesa delle motivazioni, che immagino quali siano, mi sembra un po’ incredibile che pensino di aver chiuso la faccenda. Se il Csm applica lo stesso criterio con cui ha punito Palamara, dovrebbe cacciare dalla magistratura tanta gente, perché tanta gente si è data da fare per conquistare posizioni di rilievo negli uffici giudiziari e per trovare gli appoggi e gli agganci giusti per ottenerli. Dunque immagino che se il Csm vuole fare pulizia, dovrebbe darsi da fare per radiare un po’ di gente”. Lo dice il direttore de ‘La Verità’ Maurizio Belpietro commentando la rimozione dall’ordine giudiziario di Luca Palamara decisa dalla Sezione disciplinare del Csm. “Palamara è un capro espiatorio – aggiunge Belpietro – e c’era una grande voglia di cacciarlo per chiudere la faccenda, ma secondo me la faccenda non si chiude con la sua radiazione, rimane lì a testimonianza che, come si è capito leggendo le varie chat e intercettazioni, c’era una prassi utilizzata a lungo, e a questo punto credo che stia continuando esattamente come prima”.