venerdì, Marzo 29, 2024

La Procura di Roma ha chiuso le indagini sul caso dell’omicidio Giulio Regeni: quattro “007” egiziani a processo

La Procura di Roma ha chiuso le indagini sul caso dell’omicidio Giulio Regeni, il ricercatore friulano rapito, torturato e ucciso nel 2016 in Egitto. A due anni dall’iscrizione nel registro degli indagati degli 007 egiziani appartenenti alla National Security, avvenuta il 4 dicembre 2018, il procuratore capo Michele Prestipino e il sostituto Sergio Colaiocco, che in questi anni ha seguito l’inchiesta, hanno rispettato la deadline sulla chiusura dell’indagine contestando, a seconda delle posizioni, con il 415bis a quattro 007 oltre al reato di sequestro di persona pluriaggravato, concorso in omicidio aggravato e concorso in lesioni personali aggravate. Per un quinto agente è stata chiesta l’archiviazione. A rischiare il processo sono il generale Sabir Tariq, i colonnelli Usham Helmi e Athar Kamel Mohamed Ibrahim, e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif per il reato di sequestro di persona pluriaggravato, e nei confronti di quest’ultimo i pm ipotizzano anche il concorso in lesioni personali aggravate (essendo stato introdotto il reato di tortura solo nel luglio 2017) e il concorso in omicidio aggravato. Chiesta l’archiviazione invece per Mahmoud Najem poiché, come si spiega in una nota, non sono stati raccolti elementi sufficienti, allo stato, per sostenere l’accusa in giudizio. La notifica è avvenuta, spiegano gli inquirenti, “con rito degli irreperibili” direttamente ai difensori di ufficio non essendo mai pervenuta l’elezione di domicilio degli indagati dal Cairo. Come previsto dal codice di procedura penale gli indagati e i loro difensori d’ufficio hanno ora venti giorni di tempo per presentare memorie, documenti ed eventualmente chiedere di essere ascoltati.
Redazione
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