mercoledì, Maggio 1, 2024

Recovery Plan: il testo completo arriva al premier Conte, 18 miliardi per la sanità

Notte di lavoro al Ministero dell’Economia e Finanze sul Recovery Plan. I tecnici del Tesoro guidati da Roberto Gualtieri stanno “modellando” il Piano di Ripresa e Resilienza cercando di venire incontro alle richieste dei partiti e domani mattina il testo sarà consegnato al premier Giuseppe Conte. E, come richiesto più o meno da tutti, salgono le risorse per la sanità: si calcola che saranno fino a 18 miliardi rispetto ai 9 previsti inizialmente. Ma, sullo sfondo, resta il nodo Mes. Il timore nel M5S è che infatti un riferimento al fondo salva-stati, tabù dei pentastellati, alla fine possa essere inserito anche se al momento dal governo negano che sia così. Infrastrutture sociali, istruzione e cultura sono i settori su cui gli stanziamenti sono cresciuti. In tutto il Recovery Plan, in maniera trasversale, sono stati potenziati i progetti finalizzati alle donne, ai giovani e al Sud. L’aumento delle risorse per la sanità e per gli altri progetti è stato possibile grazie all’intesa raggiunta col Ministro per il Sud e la coesione territoriale Peppe Provenzano: all’interno del Pnrr, molti progetti destinati alle aree svantaggiate saranno finanziati con una parte dai Fondi europei per la coesione territoriale, che già erano previsti nel tendenziale (dunque non aumentano il deficit) ma non erano ancora stati ancora programmati. Nel documento, quindi, non solo sarebbero stati modificati i saldi, per venire incontro alle osservazioni dei partiti, ma sarebbe stato aggiunto un intero capitolo per inquadrare le possibili interazioni dei progetti del Piano con quelli finanziati con le altre risorse comunitarie e i fondi di coesione.
E il Mes? Convitato di pietra del lavoro sul Recovery Plan il fondo salva stati, nelle scorse ore, sarebbe comparso nelle riunioni sul dossier. Secondo fonti di primo piano del M5S a un certo punto al premier Giuseppe Conte sarebbe stato proposto di inserire un terzo del Mes nel Recovery. Una cifra quindi pari a 12 miliardi. I pontieri pentastellati avrebbero anche sondato diversi parlamentari ottenendo una risposta: è “complicato” che i gruppi tengano sul sì al fondo, anche se fosse un mini-Mes. In caso di inserimento del fondo nel Recovery, così come chiede costantemente Matteo Renzi, il rischio spaccatura del movimento è matematico. E anche per questo, probabilmente, Conte ha frenato. Con il risultato che, al momento, il Mes nel Pnrr non comparirebbe.
Redazione
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