venerdì, Aprile 19, 2024

Usa: per molti giovani di età compresa tra 18 e 24 anni i video pornografici rappresentano la primaria fonte di conoscenza sull’attività sessuale

Per molti giovani americani di età compresa tra 18 e 24 anni i video pornografici rappresentano la primaria fonte di conoscenza sull’attività sessuale. Questo il risultato di uno studio, pubblicato sulla rivista Archives of Sexual Behavior, condotto dagli esperti della Boston University School of Public Health (BUSPH) e della Indiana University School of Public Health-Bloomington, che hanno valutato le risposte di un sondaggio sottoposto ai giovani statunitensi dai 14 ai 24 anni. “Un quarto dei partecipanti – riporta Emily Rothman della BUSPH – riferisce che il porno rappresenta per loro la fonte di informazioni più utile sulle pratiche sessuali. Meno di un quarto afferma di imparare dal partner e ancor meno da amici, genitori o operatori sanitari”. Il team ha analizzato le risposte di 357 giovani adulti, di età compresa tra 18 e 24 anni, e 324 adolescenti, dai 14 ai 17 anni, raccolte nell’ambito del National Survey of Sexual Health and Behavior 2015, promosso dall’Indiana University. Gli autori precisano che i dati erano variabili a seconda del genere dell’intervistato. “Per le ragazze – sostiene l’esperta – i partner erano più frequentemente la fonte di informazione primaria, mentre un numero significativamente più elevato di giovani uomini si affidava ai video hard per apprendere nozioni in materia di sessualità”. Stando ai risultati del sondaggio, la maggior parte dei ragazzi di 14-17 anni riconosce i genitori come fonte di informazione più utile, in questa fascia solo l’otto per cento si affidava alla pornografia per capire e conoscere l’attività sessuale. “Tra gli adolescenti che non avevano mai avuto una conversazione sulla sessualità utile con i genitori– aggiunge Rothman – le fonti di informazione principale indicate erano i media, nel 23,4 per cento dei casi, e i partner stessi, nel 12,8 per cento. Anche in questa fascia d’età, i ragazzi si sono dimostrati più propensi a indicare il porno come fonte di informazione più utile”. “Questo lavoro – commenta la scienziata – suggerisce che i ragazzi, in particolare uomini eterosessuali, sottovalutano l’importanza di parlare con i propri partner di ciò che preferiscono sotto le lenzuola. La buona notizia è che, quando i genitori affrontano la sessualità nelle conversazioni con i loro figli, i ragazzi sembrano ascoltare. La cattiva notizia è che i giovani adulti sembrano non comprendere la funzione principale della pornografia”. L’esperta sottolinea infatti che i video pornografici rappresentano una fonte di reddito per i creatori e un’occasione di intrattenimento per gli utenti, ma non hanno lo scopo di insegnare ai giovani le pratiche sessuali. “Dal punto di vista della salute pubblica – conclude Rothman – credo sia preoccupante rilevare che una percentuale considerevole di giovani adulti reputi il porno un’utile fonte di informazioni su come fare sesso. Si rende evidente l’importanza di un’educazione sessuale completa che possa insegnare le ‘abilità sociali sessuali’ e la comunicazione interpersonale sulla sessualità. Una ricerca che ci aiuti a determinare come insegnare ai giovani il modo più efficace per avere rapporti sessuali soddisfacenti, sicuri e consensuali è fondamentale”.
Redazione
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