venerdì, Novembre 1, 2024

Maggioranza, prosegue il braccio di ferro tra Renzi e il premier Conte sul Recovery Plan

Vertice ad alta tensione a Palazzo Chigi sul Recovery Plan. Tre ore e mezzo di confronto che non ricompattano la maggioranza, anzi. Volano stracci e la crisi viene evocata a chiare lettere nel corso della riunione: il vice segretario dem, Andrea Orlando, dice che a questo punto lo strappo è possibile, dunque è necessario mettere al sicuro il piano. Eppure il premier Giuseppe Conte aveva aperto l’incontro tendendo la mano, nel tentativo di ricucire. “Tutti i contributi delle varie forze politiche – ha esordito il presidente del Consiglio – sono serviti a migliorare l’attuale bozza di lavoro del Recovery Plan. Non abbiamo potuto accogliere tutte le richieste di ciascuna forza politica, dobbiamo sempre tener conto dell’equilibrio complessivo. Ma ciascuna forza può riconoscere l’incidenza delle proprie proposte nella nuova bozza e apprezzare i significativi passi avanti compiuti”. Dunque l’invito a non sciupare l’occasione del Recovery plan, “sarebbe imperdonabile” e la promessa di scommettere sul rilancio dell’azione di governo con un elenco di priorità da stilare già nei prossimi giorni per arrivare al traguardo del 2023. Insomma, un nuovo patto di legislatura. Buoni propositi che vanno presto in fumo. Iv chiede l’attivazione del Mes, indigeribile per il M5S, ma soprattutto lamenta l’assenza di un testo completo, sbeffeggiando le 13 pagine di linee guida spedite alle forze di maggioranza ieri. La tensione si fa palpabile, soprattutto con il Pd. Va in scena un duro scontro tra il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri con Davide Faraone prima e con Maria Elena Boschi, poi. Intanto sul tavolo spunta l’ipotesi di un Cdm a inizio settimana prossima, tra lunedì e martedì, dietro l’impegno -assunto dal responsabile del Mef- di inviare a tutte le forze di maggioranza il testo completo 24 ore prima. Niente incontri prima. La resa dei conti ci sarà in Cdm, dunque, dove le ministre renziane potrebbero fare il passo indietro che finora Iv ha solo minacciato.
I veleni del vertice, intanto, trapelano fuori da Palazzo e rimbalzano sul tavolo della riunione creando scompiglio. Quando arrivano i lanci di agenzia su la volontà di Iv di prendere tempo e rinviare, Faraone perde la pazienza e va su tutte le furie, attacca frontalmente Conte e il resto della maggioranza. “Sono parecchio indignato da questa riunione – riportano le sue parole alcuni presenti – siete bugiardi e ipocriti. “Abbiamo chiesto solo un testo per evitare le solite imboscate via emendamento. Avete creato le condizioni per una rottura”. La crisi, a un tratto, sembra più vicina.
Matteo Renzi sbotta su Twitter, a fine riunione. “Le veline di Palazzo dicono che Italia Viva ‘tiene in ostaggio il Recovery Plan’. Santa pazienza! Ribadiamolo: il Recovery Plan non ci è stato ancora consegnato, non c’è. Lo abbiamo chiesto in Aula il 22 luglio 2020, dice che forse lo inviano domani. Altro che ostaggio! #Escilo”. Di più. Torna su un tema un tempo caro ai 5 Stelle, i famosi streaming. “Visto il modo con il quale Palazzo Chigi sta gestendo la comunicazione – attacca – del vertice di maggioranza chiederemo che i prossimi incontri siano rigorosamente in streaming”.
Redazione
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