giovedì, Aprile 25, 2024

“Prioritario riaprire la Scuola… come se fosse mai stata chiusa”

Riflessioni e puntualizzazioni di un gruppo di Professori dell’Istituto Mattei di Cerveteri

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la seguente nota a firma di un nutrito gruppo di professori dell’Istituto Superiore “Enrico Mattei” di Cerveteri: “All’indomani di un incredibile balletto di notizie in merito alla riapertura della Scuola dopo la pausa natalizia, crediamo sia doveroso, come docenti e come cittadini, far sentire la nostra voce e unirla a quella di altri colleghi di tanti Istituti Superiori che unitamente a Dirigenti Scolastici e Organizzazioni Sindacali, da giorni stanno manifestando, attraverso i media locali e nazionali, lo sconcerto, la preoccupazione e l’indignazione davanti a posizioni assunte all’interno dei palazzi da chi ancora una volta detta le regole per una realtà che non conosce e di cui non ha concreta evidenza, sbandierando slogan carichi di retorica e di poco celata propaganda politica. Riaprire la Scuola si dice essere la priorità, come se la scuola fosse mai stata chiusa, come se il lungo e faticoso percorso che per mesi ha visto coinvolti insegnanti e alunni, fosse di poca entità e di poco valore. Eppure quando a marzo 2020 è esplosa la pandemia da COVID 19, la Scuola c’era, noi c’eravamo, con strumenti nuovi, con tempi diversi, ma eravamo presenti e nessuno di noi ha smesso, neanche per un attimo e neanche a distanza e da dietro un computer, di essere un docente e di continuare a tener vivo quel dialogo educativo che da subito si è avvertito urgente e necessario mantenere. Noi insegnanti ci siamo stati e continuiamo ad esserci, sapendo bene, perché vissuta sulla nostra pelle e su quella dei nostri ragazzi, quale differenza ci sia tra una didattica in presenza e una a distanza, tra un’ora sincrona e una asincrona. Noi conosciamo quanto complesso e delicato sia oggi, in piena emergenza sanitaria, il processo formativo di cui siamo co-protagonisti e per questo riteniamo sia opportuno rilevare alcune criticità degne di più attenta analisi e riflessione: – La riapertura della Scuola Superiore, prevista nella Regione Lazio per l’11 di gennaio, ci sembra non tenga in giusta considerazione i possibili effetti della pausa natalizia e non garantisca quella “finestra” raccomandata dall’OMS e dalla maggior parte della comunità scientifica la quale prevede, proprio in questo periodo, un forte peggioramento della curva dei contagi e raccomanda massima cautela. – Non si sta provvedendo con tempestività e rigore ad uno screening a tappeto della comunità scolastica i cui soggetti sono lasciati in balia di soluzioni personali e improvvisate. – Il piano di vaccinazione nazionale non ipotizza un rapido coinvolgimento dei docenti e degli operatori scolastici che in presenza risultano esposti a maggior rischio di contagio per contatti diritti con studenti spesso asintomatici, ma facili vettori per il virus. – La struttura scolastica, nonostante gli sforzi concertati, non risulta ad oggi pienamente adeguata ad una permanenza prolungata di 5 o 6 ore delle classi in spazi ristretti e spesso con scarsa possibilità di aerazione per la presenza di finestre ad apertura a vasistas, spazi all’interno dei quali si prevede tra l’altro anche la consumazione dei pasti. – Il tentativo di affrontare il nodo cruciale dei trasporti pubblici si è risolto con uno sconvolgimento del tempo-scuola, con la perentoria indicazione di due entrate scaglionate alle 8:00 e alle 10:00 del mattino, con conseguenze di grande impatto sulla vita di studenti, famiglie, docenti e personale scolastico e con una indubbia ricaduta su quella didattica in presenza che si vorrebbe di qualità. Il tempo prolungato a scuola limita per i ragazzi il tempo dello studio e della vita, costringe i docenti e il personale tutto ad una disarticolazione del servizio con effetti da valutare in termini di disagi, anche economici. La continua e faticosa rimodulazione dell’orario scolastico, con l’alternanza di classi in presenza e a distanza, incide fortemente sull’attività didattica, disorienta docenti e alunni e priva quest’ultimi di quella continuità, stabilità e certezza dell’operato che costituisce il fondamento di una buona ed efficace azione formativa. Per quanto fin qui brevemente ricordato, venendo meno alcune importanti condizioni di sicurezza e ritenendo prioritario il tentativo di arginare quanto più possibile il contagio, crediamo nella necessità di rinviare l’immediato rientro, evitando in tal modo un altalenante andamento in presenza con classi e docenti in quarantena, con assenze particolarmente critiche in vista della chiusura del quadrimestre, in un sostanziale clima di precarietà che indebolisce e incrina un sistema scuola oggi più che mai bisognoso di cura, equilibrio, compattezza”.

Assotutela: “Il Governo ascolti il monito degli studenti”

“Nella giornata di oggi sono numerose le mobilitazioni e gli scioperi degli studenti di licei ed istituti superiori italiani, anche a Roma e provincia, per chiedere al governo nazionale certezze e chiarezza in merito all’anno scolastico in corso e per esprimere netta contrarietà alle recenti scelte in materia scolastica, che hanno portato perplessità, disservizi e critiche diffuse. Il premier Conte e la sua maggioranza non possono e non devono sottovalutare il monito di questi ragazzi che, seppur in tempi di attenzione per l’emergenza Covid, chiedono di vedere tutelato il diritto allo studio, alla formazione e alla educazione. A questi ragazzi, a questi studenti, la nostra associazione esprime forte vicinanza e si complimenta per il coraggio dimostrato in queste ore. Auspichiamo che anche il governo nazionale se ne renda conto”. Così, in una nota, il presidente di Assotutela, Michel Emi Maritato, e l’avvocato della associazione, Angela Leonardi
Redazione
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