venerdì, Aprile 19, 2024

Golpe in Birmania, Suu Kyi rischia due anni di carcere per possesso illegale di walkie-talkie

Suu Kyi rischia 2 anni per possesso illegale walkie-talkie – Aung San Suu Kyi rischia fino a due anni di carcere: la polizia birmana l’ha accusata di possesso di walkie-talkie importati illegalmente, utilizzati senza permesso dalle sue guardie del corpo, riportano i media internazionali. Le radio portatili sono state trovate durante una perquisizione della residenza di Suu Kyi, che si trova già in carcere con l’accusa di violazione della legge sull’import-export. Le accuse sono state confermate anche dalla Lega nazionale per la democrazia, il partito del premio Nobel arrestato dopo un golpe militare. Un tribunale birmano “ha ordinato la detenzione provvisoria” di Aung San Suu Kyi “per un periodo di 14 giorni, dal primo al 15 febbraio, con l’accusa di aver violato una legge sull’import-export”. Lo scrive su Facebook Kyi Toe, portavoce della Lega nazionale per la democrazia (Lnd). I 14 giorni partono dunque dal giorno dell’arresto e del colpo di stato militare. L’ex presidente Win Myint è invece stato accusato per aver violato la legge sulla gestione delle catastrofi naturali, ha aggiunto il portavoce. I ministri degli Esteri del G7 si sono detti oggi “profondamente preoccupati” del colpo di Stato in Birmania ed hanno esortato i militari a porre fine “immediatamente” allo stato di emergenza nel Paese. E’ quanto si legge in un comunicato congiunto diffuso oggi da Londra.   “Siamo profondamente preoccupati per la detenzione di leader politici e attivisti della società civile, tra cui il Consigliere di Stato Aung San Suu Kyi e il presidente Win Myint, e per l’attacco ai media”, hanno affermato i ministri di Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Canada e Giappone.   “Chiediamo ai militari di porre immediatamente fine allo stato di emergenza, ristabilire il potere del governo democraticamente eletto, liberare tutti coloro che sono stati ingiustamente detenuti e rispettare i diritti umani e lo stato di diritto”.
Redazione
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