venerdì, Maggio 3, 2024

“Persi oltre 400mila euro di prestazioni sociali da Bracciano capofila del Distretto 4.3”

I problemi relativi ai finanziamenti regionali per il distretto socio sanitario, a quanto pare, non riguardano solo il distretto Cerveteri – Ladispoli. Anche per il distretto di Bracciano, ci sono soldi in cassa mai spesi: oltre 400mila euro. A denunciare la situazione in questo caso sono i sindacati Spi/Cgil, Uilp e Cittadinanza attiva. “La Regione ogni anno versa ai distretti sociali (Bracciano capofila, Anguillara, Trevignano, Manziana, Canale Monterano) cospicui finanziamenti da utilizzare per i servizi essenziali alle categorie più fragili delle nostre comunità (minori, anziani, disabili….)”. “Dalla ricognizione delle somme spese effettuata dalla Regione ( dgr n.940 del 1 dicembre 2020) – hanno spiegato i sindacati – risulta che nelle casse del Comune di Bracciano sono rimasti, non spesi e liberi da vincoli 426.422,75 euro”. “Riteniamo questo un fatto grave poiché ciò non solo metterebbe in discussione il luogo comune che mancano le risorse economiche per potenziare i servizi, ma evidenzia anche quante prestazioni sociali non si sono realizzate negli anni”. “La Regione con la stessa deliberazione ha autorizzato i distretti a spendere subito, in considerazione dell’emergenza covid, il 60% di queste risorse, pari al 255.853,65 euro”. “Abbiamo chiesto in più occasioni incontri con il Comune Capofila per discutere di questo ma più in generale di tutta la programmazione sociale che solo per il piano sociale di zona ammonta a oltre 700.000,00 dato comunque che è in difetto di altre fonti di finanziamento”. “Non siamo stati convocati e come noi, tutte le organizzazioni del terzo settore (cooperative e associazioni) hanno incontri sporadici, tavoli di lavoro dove quasi sempre si è chiamati a dare l’assenso a scelte già fatte”. “Intanto chiediamo: è stata inviata in Regione la comunicazione riguardante gli indirizzi di spesa dei 255.853,65 euro? Se ciò è accaduto, speriamo che sia stata tenuta in debita considerazione la necessità di implementare i fondi per l’assistenza domiciliare alla popolazione anziana, spesso parzialmente o del tutto non autosufficiente che, a seguito del covid è rimasta relegata in casa, con scarsi aiuti dall’esterno”. “Noi pensiamo che gli anziani, prima di essere ricoverati in case di riposo e rsa, debbano poter usufruire di un congruo servizio di assistenza domiciliare, più economico del ricovero e sicuramente più accettato e meno istituzionalizzante”. “Ci aspettiamo di venire convocati al più presto per la programmazione dei fondi del 2021, poiché solo dalla concertazione sindacale e dalla collaborazione con le organizzazioni del terzo settore è possibile mettere a punto il quadro dei bisogni delle nostre comunità e le modalità per farvi fronte”.
Redazione
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