sabato, Aprile 20, 2024

Blocco delle stazioni sciistiche, l’ira del ministro Garavaglia: “Lo stop costerà al turismo di montagna quattro miliardi e mezzo di euro”

Lo stop allo sci costerà al turismo di montagna quattro miliardi e mezzo di euro. La cifra, messa sul tavolo dagli operatori del settore durante l’incontro avuto in Regione Lombardia con il ministro del Turismo Massimo Garavaglia, sar quella da cui partirà l’analisi del governo per i ristori, anzi, come dice lo stesso esponete leghista, per gli indennizzi, perché “c’e’ stato un danno che è stato arrecato per una una scelta del governo. E i danni vanno indennizzati”. Da rivedere, aggiunge in un’intervista esclusiva con l’Agi, anche tempi e modi delle comunicazioni. Al ministro non è andato giù che gli operatori abbiano saputo con 12 ore di anticipo che l’annunciata e attesa riapertura degli impianti sciistici non ci sarebbe stata. E che l’abbiano saputo da una ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza che ha rinviato l’apertura degli impianti sciistici al 5 marzo. “Questo metodo è previsto dalla normativa vigente, non so se ci sarà intenzione di modificare la normativa” dice, “di sicuro sulla tempistica si può fare meglio. La disponibilità dei dati il venerdi implica delle scelte nel weekend, sarebbe meglio avere i dati qualche giorno prima e prendere le decisioni a metà settimana”. “Il decreto Ristori era sostanzialmente già pronto al Mef, però essendo stato all’opposizione non ho potuto vedere nel dettaglio i contenuti. Certo è che questa proroga della chiusura degli impianti sciistici ha cambiato un po’ le carte in tavola quindi sarà necessario metterci mano” aggiunge Garavagliia, “per fare un esempio, se c’era una quantificazione degli indennizzi per gli impianti a fune, se si aggiunge un mese di chiusura è chiaro che i numeri cambiano. Sono questioni molto tecniche”. Durante l’incontro con gli operatori del settore, spiega ancora Garavaglia, sono state “sollevate questioni tecniche precise e puntuali” che vanno “dalla proroga della Naspi agli ammortamenti, insomma suggerimenti che potrebbero essere utili per migliorare il decreto”. Tra gli argomenti affrontati c’è anche la questione della classificazione delle attività economiche Ateco. “Per i maestri di sci – spiega – c’è da considerare il fatto che non tutti hanno il codice Ateco, chi non è a partita Iva, come i membri delle cooperative e delle scuole, non avrebbe diritto ai rimborsi. Non abbiamo fatto nessun tipo di considerazione politica, sono cose molto operative, abbiamo analizzato una situazione molto complicata purtroppo”. Il decreto Ristori, assicura, non subirrà ritardi. “Basta metterci la testa, ma è meglio che l’ossatura sia corretta fin da subito così si è già operativi nel decreto altrimenti bisogna aspettare gli emendamenti e la conversione e passano due mesi”, spiega. La stima fatta dalle Regioni e gli enti territoriali ammonta a 4,5 miliardi “p nel documento condiviso, ovviamente il governo dovrà valutare tutte le questioni relative”. Intanto la Lega va all’attacco di Speranza e apre il primo possibile ‘scontro’ interno al governo di Mario Draghi, criticando il collega di Leu. “La stagione dello sci è finita”, decreta Garavaglia “La normativa attuale prevede per assurdo che il ministro competente possa prendere le decisioni in autonomia”, lamenta. “Evidentemente c’è qualcosa da registrare, penso che sarà oggetto di discussione”. “Qui c’è stato un danno che è stato arrecato per una una scelta del governo. E i danni vanno indennizzati”, sollecita. La richiesta di indennizzi immediati è comunque condivisa anche da Pd e Italia viva. “Il danno per l’economia dello sci e della montagna è davvero immenso – afferma il segretario dem Nicola Zingaretti – Il governo subito si adoperi per indennizzi e ristori a chi è stato colpito. Questa è la priorità assoluta”. “Mi auguro che non avvenga più cioò che purtroppo è avvenuto ieri per le piste da sci – chiede il capogruppo del Pd al Senato, Andrea Marcucci – Nessuno ovviamente discute l’emergenza sanitaria in atto, ma è impossibile chiudere i comprensori sciistici, poche ore prima della loro riapertura. Non si possono prendere in giro in questo modo intere comunità, migliaia di imprenditori e di lavoratori, che nei giorni scorsi avevano creato le condizioni di riaperture in sicurezza. Spero che la sobrietà richiesta dal nuovo presidente del Consiglio Mario Draghi imponga anche una diversa modalità di decisione e comunicazione per tutto il governo, ministro della salute compreso. Ora diamoci da fare per provvedere ristori adeguati e veloci”. “La tempistica della chiusura degli impianti sciistici è stata inappropriata – commenta la senatrice Laura Garavini, vice capogruppo vicaria di Italia viva-Psi – Adesso servono ristori celeri e adeguati. Ed il piano vaccinazioni resta la prima cosa da fare per tornare alla normalità”. Molto critica, sempre nell’alveo dei partiti che hanno annunciato il sostegno a Draghi, è Forza Italia. “Il dietrofront sulla riapertura degli impianti sciistici, a meno di 12 ore dal tanto atteso riavvio, lascia davvero attoniti e getta ancor più nello sconforto i tanti operatori dell’Appennino emiliano romagnolo e di tutta Italia: certamente è l’esempio di ciò che non dovrebbe mai avvenire, soprattutto quando si gestisce una pandemia da ormai oltre un anno”, lamenta la capogruppo al Senato, Anna Maria Bernini. “È evidente che queste modalità organizzative, cui purtroppo ci aveva abituato il governo precedente, vanno assolutamente riviste ed è indispensabile che la rotta venga definitivamente invertita e che i provvedimenti, seppur necessari, vengano varati con tempistiche certe e senza ripensamenti dell’ultimo minuto. La programmazione e la concertazione devono essere il primo biglietto da visita di questo nuovo esecutivo, questo va detto forte e chiaro”. Più tranchant è la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che starà all’opposizione del governo. “Chi sostiene che lo sci è un’attività sacrificabile ignora che il turismo invernale è un asset economico insostituibile e non si rende conto che per tanti territori è l’unica fonte di ricchezza e occupazione. Chi vive e lavora in montagna merita rispetto, va sostenuto nell’accesso ai servizi e chiede che lo Stato sia un alleato per favorire residenzialità, combattere lo spopolamento e rilanciare l’imprenditorialità”.
Redazione
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