Piemonte, Veneto e Lombardia verso la zona rossa con misure, divieti e regole ancora più stringenti. Sono queste le regioni più a rischio di un cambio di colore a causa dell’aumento dei contagi di Covid e la diffusione delle varianti, mentre il Tar ha confermato la Basilicata in zona rossa. Il governo Draghi, che lavora a un nuovo Dpcm, attende per oggi nuovi dati. Domani uscirà il monitoraggio dell’Iss che porterà all’adozione di nuove ordinanze. Se tutto il Paese si avvia verso una stretta, che dovrebbe portare una zona rossa nei weekend in tutta Italia e a una zona gialla rafforzata con misure ad hoc per Pasqua come è stato per Natale, già oggi alcune regioni preannunciano settimane ancora più difficili a causa dell’andamento del contagio. In Piemonte, il passaggio alla fase più alta di rischio è dato quasi per scontato e i numeri non lasciano molto spazio alle interpretazioni. “L’Rt in Piemonte è salito a 1.41. Non abbiamo ancora il report ma da Roma l’Iss ci ha anticipato il dato”, ha reso noto il governatore Alberto Cirio. Nella regione preoccupa la pressione a cui sono sottoposti gli ospedali, tanto da imporre uno stop ai ricoveri di pazienti con altre patologie. Gli stessi medici, ieri, hanno chiesto che venga istituita immediatamente la zona rossa per la regione. I dati peggiorano anche in Veneto, dove il presidente Luca Zaia ha detto a chiare lettere che la regione da lui governata è “sul filo del rasoio tra arancione e rosso”. Il Veneto registra oggi 1.677 i nuovi contagi e altri 22 morti, con un tasso di positività al 3,90%. Per Zaia la speranza è che la regione “resti in zona arancione”, ma a preoccupare è l’aumento dei pazienti ricoverati per Covid: “Oggi siamo al 14% di coefficiente di riempimento dell’area non critica – spiega il governatore veneto – e del 12% nelle terapie intensive”. Non è ancora certo che la Lombardia diventi zona rossa, ma stando alle parole del governatore Attilio Fontana il passaggio alla fascia di rischio più alta probabile. “Domani abbiamo una riunione con governo ma noi stiamo aspettando dalla cabina di regia i nostri dati per capire in che condizione ci troveremo. Lo dico chiaramente: ora noi stiamo soffrendo e c’è una tensione ospedaliera importante, con una diffusione più rapida rispetto alle altre ondate”, dice il presidente della Lombardia.