venerdì, Maggio 10, 2024

Israele, situazione di stallo: il premier Netanyahu per ora non ha la maggioranza

Dopo lo spoglio del 64% dei voti delle elezioni legislative in Israele, resta confermato lo stallo fra il Blocco delle destre che sostiene Benyamin Netanyahu e i suoi oppositori. Il partito nazionalista Yemina di Naftali Bennett, che mantiene una posizione intermedia fra i blocchi, resta per ora l’ago della bilancia. I fautori del premier, aggiorna Haaretz, dispongono di 56 seggi sui 120 della Knesset e Bennett ne ha sette. Senza il suo sostegno il Likud – che si conferma il primo partito (31 seggi) – non potrebbe formare un nuovo governo. “L’unica alternativa ad un governo della destra guidato da me, è un quinto voto”, ha detto il premier, fotografando la situazione uscita dalle urne. Netanyahu – parlando in nottata ai suoi sostenitori – ha sottolineato che “una chiara maggioranza” degli eletti alla Knesset condivide la “sua politica” e che per questo intende spendere le prossime “parlando con tutti i deputati” che possono aiutarlo a costruire un governo stabile. Questa al momento la ripartizione dei seggi. Blocco delle destre: Likud 31, Shas 10, Religiosi Torah 9, Sionismo religioso 6. Totale: 56. Blocco anti-Netanyahu: Yesh Atid (Lapid) 17, Blu Bianco 8, Israel Beitenu 7, Lista araba unita 6, Laburisti 7, Nuova speranza (Gideon Saar) 6, Meretz 6. Totale: 57. Non schierato: Yemina (Naftali Bennett) 7. Durante lo spoglio notturno dei voti era apparso che il partito arabo indipendente Raam (che pure non si schiera con i due blocchi principali) fosse riuscito a raccogliere 4 seggi. Ma al momento è tornato sotto la soglia di ingresso del 3,25 per cento dei voti validi. A quanto pare resta comunque vicino all’ingresso alla Knesset. Il voto è stato contraddistinto dalla più bassa affluenza dal 2009: alle 20 di ieri sera quasi il 5% in meno dello scorso anno. E sembra riguardare soprattutto il settore degli arabo-israeliani: pare abbia registrato un circa 10% in meno. Per questo tutti i partiti – soprattutto quelli minori, sia a destra sia a sinistra, preoccupati di non oltrepassare la soglia di sbarramento del 3,25% – hanno esortato incessantemente la gente andare a votare. Ma anche nei seggi destinati ai malati di covid e alle persone in quarantena – nonostante il grande dispendio di energie e di mezzi messi in campo dallo Stato in quelle che sono state le elezioni più costose della storia di Israele – non è andata bene, come hanno riferito i media. Ieri pomeriggio, i dati segnalavano che solo 1.200 malati su 6.700 avevano votato. Insomma, la democrazia ‘socialmente distanziata’ – come è stata definita Israele in questa fase – non sembra almeno in questo caso aver funzionato.
Redazione
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