venerdì, Aprile 19, 2024

Istigazione al suicidio su YouTube: la Procura di Milano archivia l’inchiesta

Nella “vicenda”, che “pure può rappresentare momento di riflessione e confronto”, non ci sono state “violazioni di norme di cautela, da parte degli indagati”, tra cui il giovane che caricò il video, “direttamente riconducibili al tragico epilogo” e non è nemmeno “possibile ascrivere” alla società YouTube “alcun illecito amministrativo”.
Lo scrive il gip Sofia Fioretta nel decreto con cui, accogliendo la richiesta del pm Cristian Barilli, ha archiviato l’inchiesta per istigazione al suicidio sul filmato, che fece quasi un milione di visualizzazioni sulla piattaforma, su “cinque sfide pericolosissime”, tra cui l’auto-soffocamento (cosiddetto ‘blackout’), guardato poco prima di morire da Igor Maj, 14enne trovato impiccato in camera il 6 settembre 2018, a Milano. Il reato era stato contestato a due giovani e in particolare ad un 26enne che aveva prodotto e caricato il video su YouTube.
Non solo, scrive il gip, non c’era in lui “dolo di far sorgere, rafforzare o agevolare il proposito suicidiario nella indistinta platea degli utenti della rete internet”. Ma non si può configurare nemmeno l’omicidio colposo, perché “non è possibile affermare che chi ha consentito la pubblicazione e la mancata rimozione di quel video, usando l’ordinaria diligenza avrebbe potuto prevedere, dopo due anni dalla realizzazione e dalla divulgazione del video” la “tragica morte”. Con un decreto di sequestro dei pm, dopo la morte, il filmato era stato oscurato. Gli inquirenti avevano chiesto degli atti a YouTube, società di Google e mai indagata, per ottenere chiarimenti. Il giudice precisa che non si possono comunque contestare illeciti alla società.
Redazione
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