giovedì, Aprile 25, 2024

Falsa ri-partenza per i ristoratori di Ladispoli

Poco spazio all’esterno rispetto alle capienze interne che spesso, anche con l’applicazione delle norme anti covid consentivano l’ingresso di 80 persone, e le condizioni meteo che per tutta la settimana lasciano a desiderare con vento, freddo e pioggia. La ripartenza per i ristoratori non è certo della migliore. Tavoli apparecchiati sui marciapiedi, tende pvc eliminate dai gazebo, da dove sono sparite in alcuni casi anche le vetrate (con ulteriori costi per i gestori delle attività che ancora una volta cercano di adeguarsi alle norme imposte dal Governo), e poca gente disposta a sedere a tavola per consumare il pranzo con la cena. Ma le difficoltà ci sono e sono notevoli. «Oltre al danno anche la beffa» commenta un ristoratore. «Guardando il meteo avremo praticamente una settimana di brutto tempo. Cosa dovremmo fare in caso di pioggia durante il pranzo? Così facendo chi ha magari prenotato è obbligato o comunque portato a disdire la prenotazione». In sintesi: locali vuoti ma merce acquistata e da buttare, con ulteriori costi per le attività che da mesi stanno soffrendo. Per non parlare poi delle ulteriori spese affrontate dai ristoratori che pur di tornare a lavorare anche con servizio al tavolo hanno letteralmente smantellato o adeguato i loro locali così da ricavare spazi esterni da utilizzare. «Dopo mesi di asporto e consegne e domicilio tornare a lavoro anche a cena non ci sembra vero, ha commentato Massimiliano Napoli de “La Locanda”. «Non siamo più abituati. Certo lavorare solo all’esterno non potendo utilizzare i locali interni, che avevamo già adeguato alle indicazioni del Governo riducendo il numero di posti a sedere, è una grande limitazione, ma meglio di niente. Speriamo solo che non decidano di richiuderci e che anzi ci diano la possibilità di continuare a lavorare. Perché in questi mesi l’affitto, le bollette, le tasse non si sono certo fermati e abbiamo dovuto continuare a pagare anche cifre elevate nonostante l’attività fosse aperta solo per poche ore la sera per asporto e domicilio che non ci fanno certo guadagnare chissà che cosa». Ancora un periodo di incertezza, dunque, per la categoria che non riescono a guardare ancora con positività piena al futuro.  Un futuro che, come aveva sottolineato più volte il referente di Assobar, Marco Nica, è incerto a causa di provvedimenti che «non risolvono il problema» e che costringono la categoria a continui adeguamenti: «Ci stanno mettendo nella condizione di spendere solo i nostri soldi», aveva infatti sottolineato. (fonte Baraondanews)
Redazione
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