giovedì, Marzo 28, 2024

Omicidio Vannini: il 3 maggio il ritorno in Cassazione

Si avvicina il 3 maggio. Una data piena di significato per mamma Marina e papà Valerio. Il caso relativo all’omicidio di Marco Vannini, il giovane 20enne di Cerveteri morto la notte tra il 17 e il 18 maggio a causa di un colpo di pistola a casa della sua fidanzata, Martina Ciontoli, a Ladispoli, torna in Cassazione. Dopo la sentenza dell’Appello bis che ha condannato Antonio Ciontoli a 14 anni per omicidio volontario con dolo eventuale e i suoi famigliari (i due figli Martina e Federico e la moglie Maria Pezzillo) a 9 anni e 4 mesi per concorso anomalo in omicidio volontario, i legali dei Ciontoli, gli avvocati Andrea Miroli e Pietro Messina avevano presentato ricorso in Cassazione. Un’azione, quella dei due legali già annunciata dopo la pubblicazione delle motivazioni della sentenza dell’Appello bis. Nel ricorso i due legali hanno chiesto l’annullamento della sentenza “per violazione di legge” e “per illogicità e contraddittorietà delle motivazioni oltre che per travisamento delle prove”. E nei mesi scorsi i giudici avevano fissato la nuova data: il 3 maggio. “Sono contenta che sia arrivato questo giorno”, aveva commentato mamma Marina che aveva puntato i riflettori proprio sull’anniversario della morte del figlio: “Sono sei anni che lottiamo per ottenere giustizia. Il 3 – aveva detto – ci sarà la sentenza e il 18 spero di portare a Marco il mazzo di fiori definitivo della giustizia”. E sempre nelle scorse settimane, mentre i riflettori di tutta Italia sono ancora una volta puntati sul palazzaccio, Federico Ciontoli dopo una breve apparizione sui social media, aveva scritto un post di “addio”: “Oggi è il mio ultimo giorno sui social. Torno alla vita reale, a Viola e al silenzio che merita la sofferenza… Al di là di quale sarà l’esito della Cassazione, io continuerò nella speranza di lasciare un segno per chi in futuro si troverà a vivere una sofferenza dalla quale crede non ci sia via d’uscita. Ho imparato tanto, e spero di continuare a farlo… in tanti momenti volevo mollare, ma non lo farò per chi, come Marco, questa possibilità non ce l’ha più…”. E mentre Federico Ciontoli salutava Facebook, sua sorella Martina, fidanzata, all’epoca dei fatti, del giovane Marco Vannini, ha affidato una sua lettera al Tg2. “Oggi ho 25 anni. Non so quante volte ho desiderato riaprire gli occhi per risvegliarmi da quello che avrebbe potuto essere solo un incubo terrificante… Avevo 19 anni, Marco 20, quando una notte, all’improvviso, cambiava tutto. Per mano di mio padre. Per uno scherzo… Io non avevo capito niente. Marco stava morendo. Chissà se e quando lo ha capito anche lui. Non oso neanche pensarlo è il mio pensiero fisso… È stato difficile capacitarsi di questo e rassegnarsi al fatto che il pregiudizio o una certa volontà riescono addirittura a cambiare la verità agli occhi degli altri”. Questo parte del contenuto della lettera scritta da Martina e diffusa dal Tg2 nei giorni scorsi. “A volte mi sembra di non poter comprendere io stessa l’inferno che ho vissuto – prosegue Martina – E che vivo. Cosa provo nei confronti di mio padre. Cosa ho provato e provo per non aver potuto piangere la perdita di Marco insieme a Marina e Valerio che per me erano come una seconda famiglia…. Avrei dovuto chiamarli subito quando ho visto che Marco non si sentiva bene… per questo mi odiano e non si fidano di me… ma io in quel momento pensavo a capire lui cosa avesse, mentre si lamentava, poi si riprendeva, poi si lamentava…mentre mio Padre diceva che si era solo spaventato e aveva un attacco di panico… provavo a tranquillizzarlo… gli stavo vicino… Marco era grave e aveva un proiettile in corpo… ma io non lo sapevo… non lo sapevo… e le mie azioni e i miei pensieri sono stati inutili per questo… Vorrei poter raggiungere il loro cuore, ritrovarlo, incontrarlo…“.
Redazione
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