sabato, Aprile 20, 2024

I rifiuti della Capitale smistati in sei regioni per evitare l’emergenza di una città invasa dalla spazzatura

I rifiuti di Roma in sei regioni per evitare l’emergenza estiva e una capitale invasa dalla spazzatura. Il ministro Cingolani in mattinata aveva detto che al soluzione era vicina e in serata la Regione Lazio, alla fine di una riunione tecnica con l’azienda Ama, ha illustrato la soluzione in extremis: “la società E. Giovi, che lavora circa 1.200 tonnellate di rifiuti al giorno, ha individuato operatori in altre 5 regioni in cui smaltire i rifiuti trattati”.  E così i rifiuti trattati nell’impianto di Malagrotta prenderanno strade extraregionali e sono in via di definizione accordi con impianti in Abruzzo, Marche, Puglia, Friuli Venezia Giulia, Lombardia per 36.000 tonnellate di scarti. La decisione coprirà il fabbisogno della capitale da luglio a dicembre 2021. “Per il trattamento e lo smaltimento, invece, la Regione Lazio ha già sottoscritto intese con l’Abruzzo per 70.000 tonnellate e con la Toscana per 13.500 tonnellate, mentre si sta attivando anche un altro accordo con la Campania per 20.000 tonnellate di rifiuti di Roma, sempre nel periodo luglio-dicembre 2021”. “Queste misure – conclude l’assessore Valeriani – consentiranno di mettere in sicurezza la città di Roma per i prossimi sei mesi, mentre solo per le prossime due settimane sarà necessario intervenire con una nuova ordinanza, che permetta di conferire i rifiuti trattati da E. Giovi nella discarica di Viterbo solo per 15 giorni, in attesa che vengano perfezionati i contratti”. La Regione però richiama alle sue responsabilità il Campidoglio e la Città metropolitana che “devono indicare un sito dove realizzare una discarica di servizio per il Comune capitolino e un’altra per gli altri 120 comuni del territorio provinciale. Continuiamo a credere, infatti, che questo tempo vada assolutamente utilizzato per dotare Roma di tutti gli impianti necessari a renderla autosufficiente nella gestione dell’intero ciclo dei rifiuti.  Anche perché queste soluzioni richiedono dei rilevanti costi aggiuntivi, che verranno sostenuti interamente da Ama, vale a dire che saranno a carico dei cittadini romani attraverso il pagamento della Tari”.
Redazione
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