L’ex giudice di “mani pulite” ed ex consigliere del Consiglio superiore della magistratura (Csm), Piercamillo Davigo, sarebbe indagato per rivelazione di segreto d’ufficio in merito ai verbali che raccolgono testimonianza dell’avvocato Pietro Amara su una supposta “loggia Ungheria” creata in seno alla massoneria.
Il caso è molto complesso, perché l’avvocato Amara è invischiato in un numero di inchieste in cui risulta inquisito o condannato per corruzione in atti giudiziari, ed è coinvolto anche nel caso del depistaggio ai danni dell’Eni. Di cosa sarebbe accusato allora Davigo, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, l’ex magistrato, all’epoca dei fatti ancora consigliere del Csm, avrebbe informato il Csm dei verbali dell’interrogatorio di Amara, ricevuti dal magistrato milanese Paolo Storati. La sua versione dei fatti l’ex magistrato Davigo l’aveva già spiegata lo scorso 11 maggio in tv a Di Martedì. In quella sede disse che il magistrato Storari gli aveva “segnalato una situazione critica e dato il materiale necessario per farmi un’opinione, dopo essersi accertato che fosse lecito. Io spiegai che il segreto investigativo, per espressa circolare del Csm, non è opponibile al Csm”, riporta il Corriere.