“I media si sono innamorati del filone Covid”. Ma in Italia “c’è un enorme responsabilità di chi comunica: ad un qualsiasi personaggio in cerca di autore è sufficiente parlare di una delle 24 lettere dell’alfabeto greco e si ritrova scienziato”. “State tranquilli, però: su 100 persone che parlano quotidianamente sui media, forse una ha visto negli occhi la malattia”. E’ la riflessione di Alberto Zangrillo, direttore del Dipartimento di anestesia e terapia intensiva dell’Irccs ospedale San Raffaele di Milano, che mette l’accento su un aspetto: “Spaventare le persone con toni allarmanti andrebbe sanzionato”, sostiene. Lo specialista esprime preoccupazione per gli effetti di mesi vissuti sotto la minaccia pandemica e per l’amplificazione che spesso viene data alle sfumature più grigie: oggi, osserva, “una percentuale importante di persone vive nel terrore, in attesa della fine del mondo. Dobbiamo con urgenza riportare tutti ad un livello di consapevolezza razionale”, ribadisce. Per Zangrillo, così si crea una situazione “tragicomica planetaria con effetti devastanti sul piano sociale culturale esistenziale economico e sanitario”. Uno dei concetti che spesso ha opposto il prorettore dell’università Vita-Salute a questa visione è che dobbiamo “convivere con il virus”, come ha ribadito anche di recente commentando su Twitter gli annunci del primo ministro britannico Boris Johnson. Contro Covid, conclude oggi, “la cura tempestiva e corretta vale più di 1.000 tamponi”. Capitolo vaccino: “Vi dovete vaccinare contro Covid non perché è obbligatorio, ma perché altrimenti correte il rischio di incontrarmi”, dice con una battuta. Il messaggio è chiaro: l’iniezione scudo è importante per proteggersi ed evitare le conseguenze più gravi della malattia che potrebbero portare le persone in ospedale. “E’ questo che si deve capire” e “che deve spingere le persone – conclude il prorettore dell’università Vita-Salute – più che un obbligo o il green pass”, tema caldo di cui si sta discutendo in questi giorni in vista della possibilità di vincolare alla certificazione diverse attività e magari riuscire anche così spingere in avanti le immunizzazioni. Zangrillo liquida il tema con queste parole e, per quanto riguarda la situazione Covid, ribadisce: “La cura tempestiva e corretta vale più di 1.000 tamponi”.