L’Afghanistan ha richiamato il suo ambasciatore e altri diplomatici a Islamabad, per quelle che ritiene “minacce alla loro sicurezza”, dopo il breve rapimento della figlia del capo missione, Silsila Alikhil, sequestrata e “torturata” per alcune ore, venerdì scorso, nella capitale pakistana. Lo ha annunciato il ministero degli Esteri afghano, senza fornire molti dettagli sull’incidente. I diplomatici afghani non faranno ritorno in Pakistan “finché tutte le minacce alla loro sicurezza non saranno rimosse”, ha fatto sapere Kabul, chiedendo l’arresto e il processo dei rapitori. Le autorità afghane avevano già convocato ieri l’ambasciatore pakistano a Kabul, per esprimergli una “vigorosa protesta”. L’altro ieri, Alikhil stava tornando a casa in auto, quando è stata portata via da uomini non identificati; dopo il rilascio è stata ricoverata. “Il sequestro e le torture alla figlia dell’ambasciatore hanno ferito la psiche della nostra nazione”, ha denunciato il vice presidente afghano, Amrullah Saleh, su Twitter. Una delegazione da Kabul si recherà in Pakistan per valutare la situazione e capire se saranno necessari “ulteriori passi”, ha reso noto il ministero degli Esteri.