sabato, Maggio 18, 2024

Afghanistan, il presidente Biden difende la sua scelta sul ritiro: “Abbiamo completato uno dei più grandi ponti aerei della storia con oltre 120mila persone evacuate in sicurezza”

Con il ritiro degli ultimi militari Usa dall’Afghanistan “è finita la guerra più lunga della nostra storia, 20 anni”, ha detto il presidente Joe Biden, in un nuovo intervento sulla crisi afghana. “L’operazione di  evacuazione da Kabul è stata uno straordinario successo”, ha aggiunto, definendola “una missione di compassione”. “Mi prendo la responsabilità per tutte le decisioni prese”, ha affermato, “il mio fondamentale obbligo da presidente è difendere l’America non da minacce del 2001, ma da quelle di oggi e di domani. Questo è il principio guida dietro la mia scelta”, sottolineando che la guerra in Afghanistan non rispondeva più agli interessi strategici degli Usa. Il ritiro Usa mette fine all’era delle “grandi operazioni militari” per “ricostruire altri Paesi”. Inoltre, è stato stimato che ogni giorno in Afghanistan sono stati spesi “300 milioni di dollari”. “Abbiamo completato uno dei più grandi ponti aerei della storia con oltre 120.000 persone evacuate in sicurezza. Quel numero è più del doppio di quello che la maggior parte degli esperti pensava fosse possibile. Nessuna nazione ha mai fatto qualcosa di simile in tutta la storia. Solo gli Stati Uniti avevano la capacità, la volontà e la capacità di farlo. Lo abbiamo fatto oggi. Lo straordinario successo di questa missione è dovuto alle incredibili abilità e coraggio dell’esercito degli Stati Uniti e dei nostri diplomatici e professionisti dell’intelligence”, “ci sono riusciti, consapevoli della presenza dell’Isis-k, hanno messo a rischio le loro vite. Tredici eroi hanno dato la loro vita e noi dobbiamo a loro un debito di gratitudine e non li dimenticheremo”. “La scelta era tra lasciare l’Afghanistan o prolungare questa guerra. E io non avevo alcuna intenzione di prolungare una guerra infinita. E il modo più sicuro per far uscire americani e altri cittadini era non continuare con i 6 mila soldati sul posto ma farli uscire con mezzi militari. Il mio predecessore il 1° maggio scorso ha firmato un accordo con i talebani, il 31 agosto non era un data arbitraria, ma una data per salvare vite americane”, ha sottolineato. “Ci era stato assicurato che se avessimo lasciato l’Afghanistan, i talebani non avrebbero toccato le forze Usa, se non avessimo rispettato questa data qualcosa sarebbe successo”. Biden ha spiegato che per gli americani che hanno scelto di restare “non c’è alcuna scadenza: noi ci impegniamo a portarli via se vogliono venire via e Blinken continua a fare sforzi diplomatici per assicurare il passaggio di chi vorrà andare via”. “Riteniamo che tra i 100 e 200 americani siano rimasti in Afghanistan, alcuni vogliono partire e alcuni hanno la doppia cittadinanza. Il 90% degli americani che volevano partire sono partiti”. La comunità internazionale “si aspetta che i Talebani lascino libertà di uscita e intendiamo fare in modo che i talebani mantengano questa promessa. I Talebani si sono impegnati pubblicamente ad assicurare il passaggio sicuro per chi volesse andare via, inclusi quelli che hanno lavorato per gli Usa, e noi abbiamo preso sul serio queste parole”. “Noi non ci fidiamo di loro ma ci fidiamo delle loro azioni, e abbiamo molte cose per convincerli a rispettare l’accordo”, ha detto Biden. E poi: “Il mondo è cambiato, siamo in competizione continua con la Cina, siamo in sfida con la Russia, e non c’è cosa che loro vorrebbero di più del fatto che noi restassimo impantanati in Afghanistan per altri 10 anni”, ha detto Biden, spiegando che le minacce terroristiche oggi sono “in Somalia, gli affiliati ad Al Qaeda, l’Isis in Siria e in Iraq, e in Africa. Mi rifiuto di continuare una guerra che non rispondeva più ad un interesse nazionale vitale”. E ha rivendicato: “Un presidente deve difendere l’America non contro le minacce del 2001 ma contro le minacce del 2021 e del domani. Le minacce terroristiche continuano, la loro natura è cambiata e la nostra strategia deve cambiare: non dobbiamo lottare sul posto, possiamo combattere senza soldati sul posto o con pochi soldati sul posto”. E lancia un messaggio all’Isis-K: “Non abbiamo finito con voi. Come comandante in capo la nostra strategia sarà precisa e mirata”.
Redazione
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