giovedì, Marzo 28, 2024

Lazio, intitolata una sala del Consiglio regionale a Giovanni Bartoloni deceduto nell’ottobre del 2020 per il Covid

Intitolata una sala del Consiglio regionale del Lazio a Giovanni Bartoloni. A un anno esatto dalla prematura scomparsa del giornalista, punto di riferimento della comunicazione alla Pisana, diventa realtà la proposta regionale approvata lo scorso febbraio, di dedicare alla sua memoria la sala dove si svolgono le riunioni dell’Ufficio di presidenza. L’inaugurazione è avvenuta oggi alla Pisana in una cerimonia sobria (proprio a richiamare una delle caratteristiche di Bartoloni), alla presenza della famiglia – della moglie Marta, del figlio Paolo, della mamma e della sorella – dell’ex portavoce della presidenza del Consiglio regionale del Lazio, vittima della seconda ondata di Covid-19. Giovanni Bartoloni, 51 anni, è morto il 25 ottobre 2020 all’istituto Spallanzani di Roma dove era ricoverato in terapia intensiva dopo aver contratto il Covid-19. Storico collaboratore dell’amministrazione regionale, prima di arrivare alla Pisana (2013), aveva lavorato con il presidente della Provincia di Roma Enrico Gasbarra. Tra i suoi numerosi incarichi anche quello di responsabile delle relazioni con i media di Alitalia e di portavoce dell’amministratore delegato di Equitalia. Ma al di là dei ruoli ricoperti nella comunicazione istituzionale a Roma, il maggior successo di Giovanni Bartoloni è stato il rapporto che ha saputo instaurare con tutti i suoi colleghi giornalisti, sintetizzato nelle parole del governatore Zingaretti subito dopo l’improvvisa scomparsa: “ci mancherà la sua grande professionalità e il suo sorriso, la sua energia e la sua ricchezza d’animo”. Ecco Giovanni per tutti era questo: un professionista attento, garbato, di altri tempi; una persona perbene e speciale, come è stato ricordato oggi durante la cerimonia. “Giovanni Bartoloni è stato un esempio di come si dovrebbe essere nella vita” e “sono molto contento della scelta” di intitolare la Sala della presidenza alla sua memoria ricordando quel che è stato: “una bella persona con rare doti di professionalità e di riservatezza”, ha sottolineato Zingaretti durante il suo intervento. “Giovanni è stata sicuramente la ferita più grande alla nostra comunità in questi due anni di Covid, perché era uno di noi, un uomo di questa Istituzione, riservato ma presentissimo, spesso di poche parole ma capace di costruire una relazione anche solo con un sorriso sornione, con un’occhiata, un consiglio che ti faceva capire cosa era meglio fare”, ha continuato. “Giovanni l’ho conosciuto grazie ad Enrico Gasbarra in anni meravigliosi – ha ricordato Zingaretti – ed ha perfettamente ragione quando, in una sintesi perfetta, l’ha definito ‘una grande professionista, un passo indietro rispetto alle luci, questo è stato infatti il suo valore’. Oggi è davvero importante ritrovarci qui, non solo per ricordare Giovanni, ma anche per dedicare a lui un luogo di questa Istituzione”. “Quella di oggi è una giornata importante. Il ricordo di un evento tragico, che si è portato via un grande uomo e un grande professionista. Con l’intitolazione dell’aula, un simbolo importante del Consiglio regionale, la sua memoria rimarrà viva negli anni a venire. Grazie alla famiglia, alla moglie Marta, al figlio Paolo, a tutti gli amici e colleghi che hanno portato un pezzo del loro cuore qui in Consiglio”, ha detto a sua volta Marco Vincenzi, presidente del Consiglio regionale del Lazio, che con Bartoloni ha condiviso un percorso lungo 20 anni. “Chi ha conosciuto Giovanni, come me, notava subito nell’approccio la sua profonda umanità e la sua sensibilità d’animo. Di lui colpivano anche il suo sorriso, la sua intelligenza, la capacità e il senso di appartenenza all’Istituzione. Noi pensiamo che ricordare ad un anno di distanza questo grave lutto, un dolore ancora incolmabile, è importante anche per la testimonianza di un uomo con grande senso di appartenenza alla comunità”. Secondo l’ex presidente della Provincia di Roma Enrico Gasbarra, che ha avuto con Bartoloni un grande rapporto di amicizia oltre che professionale, “Giovanni era sempre un passo indietro alle luci. Dietro ogni mia vittoria c’era lui con i suoi consigli, le sue riflessioni, le sue analisi argute, a volte anche dissacranti. Giovanni ha servito questa Istituzione, come le altre in cui è stato, con umiltà e onore”. In tante battaglie politiche “c’era la mano di tuo padre Paolo – ha detto Gasbarra rivolgendosi al figlio – Noi siamo andati in pubblico, ma il gol ce l’ha fatto segnare tuo padre! Manca a tutti noi. Aver voluto di decidere di fermare dentro una sala così importante il suo nome e il suo cognome è importante per tutti noi che gli abbiamo voluto bene”. L’intitolazione della sala alla sua memoria, “fatta anche sulla spinta di tanti colleghi della stampa, è un bell’esempio per chi è ora nelle istituzioni e per chi verrà. Non è solo una cerimonia fine a se stessa, non è solo il ricordo di un amico, ma è un messaggio che questa comunità lancia al futuro perché si possa seguire quell’esempio di persona perbene”. Il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini parla dell’amicizia avuta con Giovanni Bartoloni come “dono inaspettato e uno dei più belli che la vita mi ha riservato. E’ stato un compagno di viaggio che ci ha visto diventare grandi insieme. Lui era una presenza inconfondibile e insostituibile. Un amico che sapeva ascoltare. Con un misto di pudore, ironia e coraggio – che chi l’ha conosciuto ricorda – riusciva a farti vedere la realtà da un punto di vista differente. Verso di lui ho ancora un sentimento immenso di gratitudine per tutto quello che mi ha regalato. Credo che la promessa che possiamo fare a noi stessi ricordando e onorando la sua vita è quello di non disperdere, ma anzi di continuare a far fiorire, con il nostro paziente impegno i semi che lui ha sparso lungo il nostro percorso con l’augurio di poterlo fare insieme con molti di voi. Ci eravamo fatti una promessa: non prenderci troppo sul serio e di fare sempre quello in cui crediamo per non rischiare di finire per credere in quello che facciamo. Una premesso che spero di portare avanti”. Presente alla cerimonia anche Bruno Astorre, senatore e segretario del Pd Lazio. “Di lui ricordo in particolare l’allegria. Con Giovanni ci sganasciavamo dalle risate. Aveva questa risata travolgente che faccio fatica a dimenticare”, ha sottolineato Astorre, ricordando l’amico Giovanni Bartoloni a margine dell’evento. “Ancora oggi – ha aggiunto – mi viene da mandargli un whatsapp con scritto: ‘che dici Giovà? Che devo fa? E un paio di volte non nascondo che gliel’ho pure mandati. Spesso nelle vicende complesse che ci sono state o ancora attuali, la tentazione di parlarci è ancora forte”.
Redazione
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