sabato, Aprile 20, 2024

Ricostruito in 3D da Marco Mellace il Sepolcro di Lucio Verginio Rufo

di Marco Di Marzio
Vuoi la passione per la sua città natale, vuoi l’impegno dedicato alla realizzazione di un libro di prossima uscita, sta di fatto che il lavoro di rievocazione storica in 3D di Ladispoli condotto da Marco Mellace non smette di stupire per qualità di risultato in rapporto al tema affrontato. Infatti, dopo la villa imperiale romana di Marina di San Nicola, quella rurale “La Grottaccia”, la “Litoranea”, il ponte medievale, Torre Flavia e la Fondazione di Ladispoli, il ricostruttore 3D, nella vita docente di sostegno alla Iss Luca Paciolo di Bracciano, divenuto celebre in tutto il mondo per i suoi lavori multimediali destinati a scopi formativi, ha voluto rivolgere sguardo, mani e computer ad un altro simbolo glorioso del passato della cittadina balneare, il sepolcro di Lucio Verginio Rufo, i cui resti sono oggi ubicati in Lungomare Marina di Palo angolo con Via dei Delfini. Senatore e militare romano, nato nei pressi di Como intorno al 14 d.C., Lucio Verginio Rufo, nella sua importante storia divenne famoso per aver rifiutato la porpora imperiale dopo la caduta Nerone. Morto nel 97 d.C., in 83 anni visse sotto il governo dei primi dodici imperatori: Augusto; Tiberio; Caligola; Claudio; Nerone; Galba; Otone; Vitiello; Vespasiano; Tito; Domiziano e Nerva. Al momento del suo ritiro a vita privata, che sarà dedicata allo studio, alla poesia e ad un cenacolo letterario, scelse una proprietà posta ad Alsium, antenata dell’odierna Ladispoli e antico porto etrusco, poi divenuta colonia romana e sede di ville appartenute a celebri personaggi della Roma imperiale. Presso la sua dimora alsiense, in punto di morte Rufo decise di far erigere il suo mausoleo, un luogo in suo ricordo, nelle forme tipiche dell’età imperiale. A certificarne l’esistenza il ritrovamento di un’epigrafe avvenuto molti secoli dopo, oltre alla testimonianza fornita da Plinio il Giovane, di cui Rufo ne era stato tutore, che in una visita effettuata 10 anni dopo la sua scomparsa la definisce ancora incompiuta. “La ricostruzione 3D del sepolcro di Lucio Verginio Rufo – afferma Marco Mellace raggiunto telefonicamente – è parte di un lavoro ben più ampio dedicato alla riproposizione di Alsium. Questo nuovo traguardo nasce su indicazione di Luana Bedin, Cristina Calabrese, Luigi Cicillini, Nardino D’Alessio, Marco Di Marzio, Crescenzo Paliotta e Claudio Nardocci, autori insieme a me del libro di prossima uscita dal titolo “Ladispoli – Un lungo viaggio nel tempo – Volume 3 – Tremila anni tra storia e immagini”, intenti ad arricchire il testo con contenuti inediti.” “Nella ricostruzione – spiega Mellace – si può vedere una struttura tendente al quadrangolare, tipica dell’età imperiale, con all’interno un luogo destinato alla conservazione delle ceneri del senatore e militare romano. La tomba è riccamente decorata sia all’esterno con i marmi sia all’interno con decorazioni dorate e colonne. Al centro dell’ingresso è presente l’altare caratterizzato da un basamento a cassettone ed una parte superiore cilindrica in cui si trova la lapide raffigurante Rufo. La stessa pietra sepolcrale è ben visibile all’esterno sul frontone, dove più in basso si nota l’epigrafe M. ERENNIUS M.F. MAE. RVFVS. PRAE CAP. CVM Q.” “Figlio di diversi sopralluoghi e studi di ricerca – prosegue il ricostruttore 3D -, non nascondo la grande emozione per aver portato a termine questo risultato, reso possibile grazie al contributo di Marco Di Marzio. Il mausoleo era ubicato a pochi passi da una grande villa, che alcuni storici presuppongono sia appartenuta allo stesso Verginio Rufo, i cui resti sono oggi visibili tra Lungomare Marina di Palo e Piazza della Rugiada con il complesso termale.” “Il monumento – conclude Marco Mellace – di cui ho scoperto molto cose grazie a questa ricostruzione 3D oggi si trova in una condizione dove meriterebbe più risalto, magari affiggendo una targa nella quale viene raccontata la sua storia. Un miglioramento della propria visibilità porterebbe sicuramente giovamento anche alla stessa Ladispoli, sotto l’aspetto turistico e culturale. Ovviamente ho fatto diversi sopralluoghi e quindi sono partito, anche con il supporto di Marco Di Marzio, sono partito dagli elementi certi e cioè questo monumento a base tendente al quadrangolare. Abbiamo cercato di ricostruire il più possibile un edificio come doveva apparire più o meno all’epoca degli antichi romani. Appare come un sepolcro classico, classica tomba romana, con all’interno le ceneri di Verginio Rufo. Una tomba riccamente decorata e all’esterno dei marmi, all’interno delle decorazioni dorate con le colonne. Questo altare, questa sorta di ambiente interno siamo riusciti a ricavarlo attraverso dei sopralluoghi. Al centro sopra cilindrica e sotto in marmo. Io ho aggiunto la possibile lapide con scolpito un personaggio così come dovevano apparire gli antichi romani. In più c’è una ridondanza dello stesso personaggio sul frontone e in più l’epigrafe M. ERENNIUS M.F. MAE. RVFVS. PRAE CAP. CVM Q. Emozioni molto particolari perché io non conoscevo molto bene la storia di questo troncone che si trova presso il lungomare Marina di Palo, poi ovviamente collaborando con Marco Di Marzio e tutto il team del libro ho approfondito la storia legata a questo monumento ed ho provato tantissime emozioni. Emozioni in crescendo perché mano mano che scoprivo aneddoti legati al personaggio al quale è attribuita questa tomba ovviamente questo non ha fatto altro che aumentare dentro di me la consapevolezza che Alsium in epoca romana sia stata veramente una meta molto molto importante, proprio perché questa tomba, che non c’è la certezza assoluta dell’attribuzione a Verginio Rufo comunque l’epigrafe che è stata ritrovata certamente ci ha dato un indizio e quindi questo sicuramente ha suscitato in me tante emozioni anche perché come ho detto in fase di ricerca ho scoperto tante cose, come ad esempio il fatto che Verginio Rufo rifiutò per ben due volte la porpora imperiale. Quindi stiamo parlando di un personaggio che è vissuto ad Alsium dove è morto nel 97 d.C. Ovviamente ho fatto diversi sopralluoghi e quindi sono partito, anche con il supporto di Marco Di Marzio, sono partito dagli elementi certi e cioè questo monumento a base tendente al quadrangolare. Abbiamo cercato di ricostruire il più possibile un edificio come doveva apparire più o meno all’epoca degli antichi romani. Appare come un sepolcro classico, classica tomba romana, con all’interno le ceneri di Verginio Rufo. Una tomba riccamente decorata e all’esterno dei marmi, all’interno delle decorazioni dorate con le colonne. Questo altare, questa sorta di ambiente interno siamo riusciti a ricavarlo attraverso dei sopralluoghi. Al centro sopra cilindrica e sotto in marmo. Io ho aggiunto la possibile lapide con scolpito un personaggio così come dovevano apparire gli antichi romani. In più c’è una ridondanza dello stesso personaggio sul frontone e in più l’epigrafe M. ERENNIUS M.F. MAE. RVFVS. PRAE CAP. CVM Q. Il sepolcro di Verginio Rufo sarà visibile nei pressi di quella che doveva essere la villa di Verginio Rufo. Che si trovava a nord di Alsium, che impropriamente chiamo Alsium nuova, proprio perché in questa zona che corrisponde al Lungomare Marina di Palo e Piazza della Rugiada sono stati ritrovati i resti di un impianto termale e di una suntuosa villa romana e vicino a questi resti c’era proprio la tomba di Verginio Rufo e quindi questi elementi sono stati inseriti anche all’interno del contenuto multimediale “Storia e immagini dei segreti e delle meraviglie di Alsium”. Oggi ho l’impressione che meriterebbe più risalto anche perché se venisse messo in evidenza il fatto che quello era molto probabilmente il sepolcro di Lucio Verginio Rufo, certamente l’area sarebbe anche più attraente e sotto l’aspetto del turismo storico attirerebbe certamente visitatori, curiosi e appassionati di storia. Certamente una cosa del genere gioverebbe anche al commercio e al turismo di Ladispoli. Magari inserire una targa darebbe lustro a Ladispoli. Non ci dimentichiamo che a 15 metri di distanza c’è la scultura dedicata a Caravaggio in quanto secondo studi recenti molti sostengono il fatto che Caravaggio sia proprio morto in questa spiaggia.
Redazione
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