venerdì, Maggio 10, 2024

Usa, i documenti riservati dell’ex presidente Trump sull’assalto al Campidoglio saranno a disposizione del Congresso

Un giudice federale ha respinto la richiesta di Donald Trump di bloccare la consegna, alla commissione d’inchiesta della Camera, delle registrazioni di comunicazioni e incontri tra la Casa Bianca e i suoi consiglieri nelle ore prima, durante e dopo l’insurrezione del 6 gennaio scorso, quando migliaia di sostenitori trumpiani assaltarono il Congresso degli Stati Uniti. Nelle 39 pagine della disposizione, la giudice  Tanya Chutkan ha stabilito che i poteri di controllo del Congresso prevalgono sulla segretezza dei poteri della presidenza, soprattutto perché l’attuale presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha autorizzato la consegna delle registrazioni delle comunicazioni e dei verbali degli incontri tenuti alla Casa Bianca. Trump si era invece appellato al principio del “privilegio dell’esecutivo” per mantenere il segreto sugli atti.  Secondo la Corte, l’interesse pubblico consiste nella possibilità, per Camera e Senato, di studiare gli eventi che hanno portato agli attacchi e di “prevedere una legislazione per impedire che tali eventi si verifichino di nuovo”. Alle obiezioni degli avvocati di Trump la giudice ha replicato: “I presidenti non sono re e il ricorrente non è un presidente”. Gli avvocati dell’ex presidente hanno già annunciato che presenteranno ricorso in appello. Il caso è probabilmente destinato a finire alla Corte Suprema, ma a meno di un ordine del tribunale, gli Archivi Nazionali prevedono di consegnare i documenti di Trump alla commissione entro venerdì.  La commissione della Camera sta indagando sulla condotta di Trump il 6 gennaio quando ad un raduno ha incitato i suoi sostenitori a “battersi come dannati” poco prima che gli stessi rivoltosi sopraffacessero le forze dell’ordine e anche sui suoi tentativi, nei mesi precedenti la rivolta, di negare i risultati delle elezioni e ostacolare il trasferimento pacifico del poteri.  La commissione ha intervistato più di 150 testimoni e ha emesso più di 30 mandati di comparizione nei confronti di collaboratori e persone vicine all’ex presidente, compresa la sua ex portavoce della Casa Bianca Kayleigh McEnany e all’ex consigliere Stephen Miller. La commissione non ha non ne ha ancora emesso uno per Trump.
Redazione
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