martedì, Maggio 7, 2024

I pescatori francesi hanno liberato l’ingresso del tunnel della Manica dal lato francese dopo averlo bloccato per circa due ore

I pescatori francesi hanno liberato l’ingresso del tunnel della Manica dal lato francese dopo averlo bloccato per circa due ore nell’ambito della protesta contro Londra per le licenze di pesca. Questa azione ha causato una coda di oltre un centinaio di tir. Per “far defluire il traffico” e “decongestionare la via pubblica” sono stati programmati dei treni aggiuntivi dopo le 16, ha reso noto un portavoce di Eurotunnel. Questa mattina pescherecci francesi hanno impedito ai traghetti inglesi di entrare nel porto di Calais e hanno anche bloccato l’accesso ai colleghi inglesi a Saint-Malo. La protesta è arrivata dopo settimane di stallo nei negoziati tra la Francia e il Regno Unito e anche in pieno scontro fra Parigi e Londra sulla questione dei migranti. Il canale della discordia La Manica segna non solo una distanza geografica, solo 34 chilometri nel punto più stretto, ma anche politica, culturale ed economica tra Francia e Regno Unito. Per quasi cinquant’anni, grazie alla permanenza nell’Unione europea, il canale era stato il trait d’union pacifico e silente fra la Francia e la Gran Bretagna, ma oggi fa sentire il peso del suo passato, riprendendosi l’antico ruolo di confine fra due mondi che, nei secoli, si sono guardati con diffidenza. È bastato che il Regno Unito uscisse dall’Unione europea perché quel braccio di mare ritornasse quella separazione che, nei secoli, ha alimentato un’atavica competizione fra il continente e le isole, fra la Francia e il Regno Unito in particolare. Questi due Paesi, confinanti sull’acqua e costretti a un’amicale convivenza dal 1973 al 2016, oggi si trovano nell’antico ruolo di antagonisti pur facendo entrambi parte della Nato. Le relazioni fra i due Paesi sono state tese fin dal referendum sulla Brexit ma, negli ultimi due anni, sono peggiorate ulteriormente. Ad alimentare lo scontro ci sono state le dispute sull’accordo firmato per uscire dall’Unione europea e le conseguenti controversie sulle acque della Manica, scenario della cosiddetta “guerra del pesce”. Le tensioni sono culminate nel sequestro di un peschereccio inglese da parte dei francesi e nel dispiegamento delle navi militari sul confine marittimo da parte dei britannici. In questi giorni si è arrivati a un nuovo punto di rottura che vede al centro della disputa proprio il canale della Manica. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la tragica vicenda dei 27 morti di origine somala e irachena mentre tentavano di attraversare il canale e raggiungere la costa britannica su un’imbarcazione di fortuna. I ministri degli Interni francese e britannico, si sarebbero dovuti incontrare domenica 28 novembre, nel corso di un meeting europeo organizzato proprio per parlare dell’emergenza dei cosiddetti viaggi della speranza dalle spiagge francesi alle coste britanniche: ma l’incontro non ci sarà. Il pomo della discordia è in questo caso una lettera che Boris Johnson ha scritto a Emmanuel Macron, resa pubblica dallo stesso primo ministro britannico su Twitter. Nella lettera Johnson chiedeva alla Francia di vigilare più attentamente le proprie coste, addossandole implicitamente la responsabilità dell’accaduto, aggiungendo una proposta in cinque punti per raggiungere l’obiettivo. La cancellazione della riunione fra ministri è stata la risposta di Parigi. Questa mattina, nel corso della conferenza stampa svolta a Roma in occasione della firma del trattato del Quirinale tra Francia e Italia, Macron ha criticato duramente il primo ministro britannico: “Rimango sorpreso quando le cose non vengono fatte con serietà. I leader non comunicano fra loro, su certe questioni, via Twitter o scrivendo lettere pubbliche. Non siamo whistleblowers”.
Redazione
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