mercoledì, Maggio 1, 2024

Francia, ecco il ‘manifesto politico’ di Eric Zemmour: “Sono invece il solo a non confondere la difesa degli altri con l’odio per gli altri”

Perquisizioni e controlli ripetuti su tutti i partecipanti al comizio di Eric Zemmour, l’ex polemista di estrema destra che oggi ha parlato per la prima volta da quando ha formalizzato la sua candidatura all’Eliseo. La sala nel Palazzo delle Esposizioni di Villepinte, nella banlieue parigina, ha una capacità di 15 mila spettatori; tutti hanno dovuto accreditarsi, non solo i numerosissimi giornalisti ma anche i sostenitori di Zemmour. Per potere accedere, hanno raccontato i giornalisti sul posto, è stato necessario sottoporsi a diverse perquisizioni e controlli di polizia. ‘Reconquête’, ‘Riconquista’, è il nome scelto per il partito, secondo riferito da diversi media francesi. All’interno della sala di Villepinte, migliaia di militanti hanno intonato la Marsigliese o cori del tipo ‘Zemmour Presidente’ o ‘Vinceremo’. Tra il pubblico, anche tanti giovani, in maggioranza bianchi, giunti dai quattro angoli del Paese. L’ex polemista ha iniziato a parlare con un’ora e mezza di ritardo. “Se vinco queste elezioni, non sarà un’altra alternanza, ma l’inizio della riconquista del Paese più bello del mondo”, ha esordito il candidato davanti alla platea, che lo acclamava e lo attendeva dalle 16. “Mi stanno alle calcagna – ha aggiunto – I miei avversari vogliono la mia morte politica, i giornalisti vogliono la mia morte sociale e i jihadisti vogliono la mia morte”, ha sbottato. “Tanti errori commessi negli ultimi 40 anni dovrebbero essere corretti”, ha continuato il candidato all’Eliseo. “In 15mila avete sfidato l’odio dei media”, ha aggiunto rivolgendosi al pubblico, “15.000 francesi determinati a cambiare il corso della storia perché questo Paese ha sofferto così tanto, è stato dimenticato così tanto dai nostri leader”. “I miei avversari hanno commesso un errore, sottovalutando voi, sottovalutando il popolo francese” ha detto. “Mi accusano di essere fascista, razzista, misogino: sono l’unico che difende le libertà”, ha continuato scatenando applausi scroscianti. Per ognuna di queste definizioni, Zemmour ha avuto una risposta. In particolare, ha respinto l’accusa di razzismo ricordando la sua origine berbera: “Sono invece il solo a non confondere la difesa degli altri con l’odio per gli altri. Il razzismo è immaginare che quelli che non sono come noi siano inferiori: ma come potrei pensare questo proprio io che sono il piccolo ebreo berbero che viene dall’altra parte del Mediterraneo?”, ha detto, fra le grida dei sostenitori. Quanto all’accusa di misoginia, “è la più ridicola. Sono stato circondato di donne per tutta la mia infanzia, ed è stata mia madre a insegnarmi ad amare questo Paese e a resistere a tutto pur di difenderlo”. Grazie a lei, ha aggiunto, “ho potuto capire fino in fondo la regressione che le donne subiscono in quei quartieri in cui l’immigrazione di massa ha portato al prevalere degli usi islamici sulle donne”.
Redazione
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