venerdì, Aprile 26, 2024

Omicidio di Stefano Cucchi, per il legale Diego Perugini “Il regista occulto non è ancora indagato”

Dopo le richieste di condanna avanzate dal pm Giovanni Musarò, il 23 dicembre scorso, nei confronti degli otto carabinieri accusati di avere compiuto azioni per depistare il corso delle indagini sulla morte di Stefano Cucchi, avvenuta nel 2009, oggi nell’aula bunker del carcere di Rebibbia, dove è in corso il processo, la parola è passata alle parti civili. A intervenire è stato l’avvocato Diego Perugini, legale dei tre agenti della Polizia Penitenziaria Nicola Minichini, Antonio Domenici e Corrado Santantonio, imputati e poi assolti in via definitiva nel primo processo sulla morte del geometra romano. ”Depistaggio su depistaggio, inquinamento su inquinamento: in questo processo parliamo di fatti di una gravità assoluta nella storia democratica di questo Paese, paragonabili al caso Ustica o ai fatti di via D’Amelio. Le false annotazioni di polizia giudiziaria sono solo un momento di un’attività di depistaggio, di inquinamento delle prove”, le sue parole. Per gli otto carabinieri, tra cui il generale Alessandro Casarsa, la Procura ha sollecitato condanne per i reati falso, favoreggiamento, omessa denuncia e calunnia. “A me pare ci sia un regista occulto dietro a tutta questa vicenda che non è stato indagato, ma è evidente che esiste una regia e che non può essere esclusivamente del generale Casarsa – ha aggiunto Perugini che ha chiesto 500mila euro di provvisionale -. Questo è un processo dove tutti sfuggono dalle loro responsabilità. In questa vicenda dove è lo Stato? Abbiamo un panorama tristissimo, il danno che ha subito Minichini è un danno violento, ha dovuto rinunciare al suo lavoro, alle sue amicizie, per sei anni è stato indicato ingiustamente come autore del pestaggio di Stefano Cucchi. Le sofferenze patite da lui e dai suoi colleghi sono state assurde”.
Redazione
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