mercoledì, Aprile 24, 2024

Studio dell’Università di Berkley: La sospensione della produzione di carne potrebbe alterare la traiettoria del riscaldamento globale e salvare il pianeta

La sospensione delle attività di produzione della carne, compresa la chiusura degli allevamenti, potrebbe alterare sostanzialmente la traiettoria del riscaldamento globale e potenzialmente potrebbe salvare il pianeta. Descritta sulla rivista Plos Climate, questa prospettiva è stata presentata dagli scienziati dell’Università della California a Berkeley e della Stanford University, che hanno valutato l’impatto sul clima associato all’eliminazione della produzione di carne. Il team, guidato da Michael Eisen e Patrick Brown, ha utilizzato un modello climatico combinato a una serie di simulazioni per verificare le conseguenze dell’eliminazione delle emissioni legate agli allevamenti. Stando ai risultati del gruppo di ricerca, la sospensione delle attività di produzione di carne e il conseguente decremento di emissioni di metano e protossido di azoto porterebbero alla conversione di 800 miliardi di tonnellate di anidride carbonica in foreste, prati, boschi e biomassa. Il beneficio conseguente, riportano gli scienziati, sarebbe paragonabile a una diminuzione annuale delle emissioni di CO2 globali del 68 per cento. “Il nostro lavoro – osserva Brown, CEO di Impossible Foods Inc., una azienda che vende prodotti a base vegetale pensati per sostituire la carne – mostra che la fine degli allevamenti potrebbe ridurre significativamente i livelli di tre principali gas serra: anidride carbonica, metano e protossido di azoto. La nostra tesi è che la sospensione delle attività di allevamento dovrebbe costituire una priorità per i prossimi anni”. Le conclusioni dell’indagine suggeriscono che un’eliminazione graduale di allevamenti destinati alla produzione di carne nell’arco di 15 anni contribuirebbe alla riduzione di oltre il 30 per cento di tutte le emissioni di metano a livello globale. “I prodotti animali sono fondamentali per l’alimentazione – osserva Eisen – tanto che forniscono circa il 18 per cento del fabbisogno energetico, il 40 e il 45 per cento di proteine e lipidi. Attualmente ci sono 400 milioni di persone con diete a base interamente vegetale. Ci sono prove convincenti che l’agricoltura animale puo’ essere sostituita in toto da soluzioni alternative che sono caratterizzate da proprietà nutritive e sensoriali paragonabili alla carne”.
Redazione
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